Giro d'Italia Al corridore della Lotto la quarta tappa. Oggi arrivo a Catania (15.30 Rai3)
E siccome l'australiano è un tipo preciso, ci ha tenuto a chiudere quel conto prima possibile. Due giorni fa aveva provato a scappare nel finale, sperando di anticipare i big a Terme Luigiane. Ieri si è limitato a stare in attesa del giusto epilogo, e nei 200 metri finali ha sparato tutto quello che aveva nelle gambe, rimontando su Alessandro Petacchi e superandolo di un niente al colpo di reni. Non è un'annata particolarmente ricca per il corridore della Lotto, deludente nelle classiche del Nord e con meno affermazioni rispetto alle stagioni scorse. Ma un successo al Giro è sempre un bel trampolino, e McEwen ha ragione di esultare. Petacchi, dal canto suo, ha torto di dispiacersi. È vero che ha visto sfumare sul più bello una vittoria che stava già assaporando, ma perdere uno sprint è roba da mettere in conto, quando si fa questo mestiere; intanto bisogna arrivarci, a disputare la volata (no? Chiedere per informazioni al Cipollini di questi giorni). E poi il ligure indossa sin dalla prima tappa la maglia rosa, impreziosita dal successo di Lecce e da un secondo, un terzo e un quarto posto, piazzamenti che qualche secondo di abbuono l'hanno pur portato in dote. Non diciamo eresie se affermiamo che Petacchi un Giro del genere se lo sarà sognato per anni. Nella volata, come accennato sopra e come spiegato più diffusamente a parte, non c'era Cipollini, il cui caso continua ad appassionare tifosi e statistici. Il Campione del Mondo sembra essersi afflosciato di fronte alla possibilità di battere lo storico record di Binda, ma in realtà aspetta solo di ritrovare una condizione accettabile, e fino a Milano avrà ancora tante possibilità per alzare finalmente le braccia sotto lo striscione dell'arrivo. Chi, al contrario, non avrà tante chance per lasciare un segno, sono i molti coraggiosi che anche ieri hanno provato la fuga. L'elenco, che sa di sanatoria visto che non c'è lo spazio per soffermarsi a descrivere ogni scatto, comprende il solito Aggiano, Hvastija, Usano, Chmielewski, Carlos Garcia Quesada e suo fratello Adolfo, Moreni, Tiralongo, Mazzoleni, Arvesen (che poi al traguardo ha rischiato di finire per terra a causa di una toccatina con Galvez), Strauss, Bileka, Pietropolli, Baliani, Dacruz, Gutierrez, l'immarcescibile Fredy Gonzalez, Perez Cuapio. Basta questa lista (incompleta) per dare un'idea dell'enorme vivacità che percorre il gruppo in queste prime frazioni. Oggi, tanto per cambiare, la lunga salita (quasi 25 chilometri) della Portella Mandrazzi posta a metà percorso movimenterà assai anche la quinta tappa (Messina-Catania, 176 chilometri, 15.30 su Rai3). Non è da escludere che una fuga da lontano stavolta vada in porto.