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PERSO lo scudetto per manifesta inferiorità nei confronti della Juventus, disputando un girone di ritorno ...

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In quello di andata non è che abbiano onorato il gioco per essere sinceri, hanno dato vita ad una delle partite più brutte della stagione, a dispetto di una cornice di pubblico straordinaria. I soli, però, che abbiano avuto l'onestà intellettuale di scriverlo sono stati Giorgio Tosatti e Gianni Mura. Il resto della critica ha, invece, sorvolato, preferendo disquisire, in una visione tutta italiana del calcio, su a chi, fra Milan ed Inter, abbia giovato di più lo 0-0 di quella gara, con i rossoneri padroni di casa. La speranza, adesso, è che le paure di Ancelotti e di Cuper, entrambi con le panchine a rischio, non si traducano in un match speculativo, da risolversi magari ai calci di rigore. Non sarebbe certo un bel biglietto da visita per il nostro calcio, già sin troppo criticato dagli osservatori internazionali per il povero spettacolo che offre. L'occasione è ghiotta per far ricredere gli abituali censori, ma se sarà sfruttata a dovere resta un grosso punto interrogativo. I babies di Trigoria Il vivaio della Roma, una volta fertile, è tornato a fiorire e due, in particolare, D'Agostino e De Rossi, sono i germogli avviati a sbocciare. Nonostante ciò, Bruno Conti, gloria giallorossa del recente passato e attuale responsabile del settore giovanile, è in difficoltà di rapporti con la società, tanto che da qualche mese si vocifera di un suo possibile esonero. In questo senso è tutt'altro che tranquillizzante la dichiarazione rilasciata domenica scorsa dal direttore sportivo Baldini. In parole povere, a prescindere dall'esplosione dei giovani talenti in forza alla Roma o dati in prestito ad altri club, gli si rimproverano i «risultati non proprio straordinari della squadra Primavera». È giusto perciò ricordare che D'Agostino e De Rossi sono due scoperte personali di Conti e che, nel complesso, i pochi soldi investiti nel vivaio si sono rivalutati ben più di quelli impiegati dai risparmiatori nel mercato immobiliare. L'ultrà Jack Nicholson Il tre volte premio Oscar Jack Nicholson è un grande tifoso della squadra di basket dei Los Angeles Lakers e in America hanno fatto sensazioni gli insulti che ha rivolto all'arbitro, costringendolo a sospendere per qualche minuto la partita con i San Antonio Spure. I media statunitensi si sono stupiti soprattutto per il fatto che, grazie alla sua notorietà, non sia stato allontanato dalla sua poltrona di prima fila, come prevedono le regole. Se anche negli stati italiani venisse applicato un simile sistema si rischierebbe di vederli svuotati dopo pochi minuti di gioco, tribune d'onore comprese.

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