Juve, dopo il tricolore parte l'assalto al Real
Ieri allenamento a porte chiuse per i bianconeri, oggi verrà sciolto il dubbio Birindelli (toccato duro dal perugino Blasi sabato), unica incertezza di una formazione praticamente obbligata, complici infortuni e squalifiche. Se «Biro» recupera Thuram farà il centrale, altrimenti il francese resterà a destra e a far coppia con Montero ci sarà la «torre» Tudor. Lippi diramerà oggi, dopo l'ultima rifinitura, l'elenco dei convocati, ieri non si è presentato in sala stampa ma ha raccontato ad una radio nazionale le sue sensazioni in vista della sfida Real: «Un gol lo faremo, ma dobbiamo stare attenti a non prenderne, a quel punto ne dovremmo segnare tre e la storia si complicherebbe». Il tecnico, quindi, lascia intendere che non si vedrà, almeno inizialmente, una Juve garibaldina, all'assalto di quell'1-0 che vorrebbe dire finale di Champions League. «Vogliamo imporre il nostro gioco, ma lasciare spazi agli attaccanti spagnoli sarebbe un suicidio». Lippi, oltretutto, non è così certo del forfait di Ronaldo, decisivo nella sfida del Bernabeu: «Da quello che so non dovrebbe giocare e non dovrebbe esserci neppure Makelele, ma attenzione, perché alla fine i campioni possono trovare stimoli e condizioni per essere ugualmente in campo». Quei campioni che l'allenatore viareggino ha evocato per spiegare i segreti del successo del ciclo Juve: «C'è uno zoccolo di 7-8 giocatori che è sempre rimasto alla Juventus in questi anni: penso ai Dl Piero, ai Tacchinardi, ai Montero e così via. Sono loro che io ringrazio maggiormente, perché ogni anno mi aiutano a far capire a chi arriva che cosa significa stare alla Juve e dover sempre inseguire la vittoria». E poi via con i pronostici, ma senza chiederlo ad Antonio Giraudo. L'amministratore delegato bianconero ha ammesso ieri di essere molto scaramantico: «Per l'esito di Juventus-Real Madrid mi affido ai sogni di Moggi». Il quale, sabato scorso, con il 27/o scudetto già in tasca e aveva risposto alla domanda: «Ho sognato che vinciamo noi. E se non vinciamo noi, perdono loro». Giraudo ha parlato anche dei cinque titoli conquistati dalla Juve negli ultimi nove anni vissuti sotto la sua gestione, dopo la chiamata di Umberto Agnelli. «La Juventus tutto sommato è gestita come una provinciale - ha spiegato - acquistando giocatori importanti, ma anche cedendone alcuni, quando è necessario e comunque sempre con un occhio al bilancio».