Tennis Mantilla supera Federer e conquista gli Internazionali. Oggi parte il femminile
Avevo infatti indicato nello svizzero Roger Federer il logico favorito lasciando al suo avversario, lo spagnolo Felix Mantilla, la sola possibilità di vincere una gara di corsa se la partita si fosse trasformata in una maratona. Nulla di più sbagliato perché Mantilla, numero 47 nella classifica del computer, sesto giocatore del suo paese tra i 12 presenti a Roma e quindi escluso dalle teste di serie, ha vinto in tre soli set dopo due ore e 40 minuti nei quali Federer ha fatto e disfatto ma soprattutto ha sciupato un mare di buone occasioni. Il punteggio garantisce che Mantilla ha vinto con pieno merito per una ragione semplicissima, perché ha giocato meglio i punti importanti. Basti pensare che malgrado un buco di otto giochi (dal 2 a 0 per Federer nel secondo set al 6-2, 2-0 per Mantilla nel terzo) alla fine il conteggio dei punti (che, giova ricordarlo, nel tennis non hanno tutti lo stesso valore) ci rivela che tra il vincitore e lo sconfitto ci sono stati solo 7 punti di differenza (125 a 118). Nel tennis i punti importanti sono le palle break, che sono quelle che consentono, se sfruttate, di togliere il servizio all'avversario. Ebbene Mantilla ne ha sfruttate 6 su 11, Federer soltanto 3 su 17 (nessuna su 7 nel primo set, due su nove nel terzo, che è stato per lo svizzero la fiera delle opportunità perdute. Mantilla non è un giovane emergente, bensì un professionista di 28 anni che nel 1998, la sua stagione migliore, è riuscito ad entrare, sia pure per qualche settimana, tra i primi dieci del mondo e che in carriera aveva vinto nove tornei, tutti sulla terra battuta. Nel 2000 aveva dovuto sottoporsi ad un intervento chirurgico alla spalla, era quasi uscito dai primi cento e non era più tornato tra i primi 40 pur rimanendo su livelli dignitosi. Rivolti al vincitore i complimenti che merita non si può fare a meno di lamentare che il suo nome non illumina il libro d'oro del nostro torneo nobilitato l'anno scorso da Agassi ed in passato da campioni che si chiamavano Agassi, Sampras, Kuerten, Lendl, Wilander, Borg, Gerulaitis, Courier, Muster, ecc. per non parlare dei nostri Pietrangeli e Panatta. La finale è iniziata con Federer che dava l'impressione di comandare il gioco senza peraltro riuscire a staccare Mantilla che tesseva con pazienza la sua ragnatela. Federer consentiva a Mantilla di recuperare tre volte da 15-40 ma sul 6 a 5 per lo spagnolo si imballava in un doppio fallo, cedeva il servizio e quindi il set in 52 minuti. Federer reagiva bene portandosi 2 a 0 nel secondo set ma qui infilava una serie di otto giochi negativi che consentivano a Mantgilla di incamerare il secondo set per 6-2 e di andare in testa per 2 a 0 nel terzo. Qui finalmente Federer giocava il suo miglior tennis, saliva 4 a 2 senza però staccare Mantilla che lo riagganciava e lo costringeva al tie-break. Per due volte lo spagnolo arrivava al match-point, uno lo sbagliava lui, un altro lo cancellava Federer con una volee, poi era lo svizzero a sprecare un set-point (rovescio in rete) fine Mantilla chiudeva il tie-break per 10 punti a 8 dopo 2 ore e 40 minuti. Purtroppo il torneo non è stato un successo non solo sul piano tecnico ma anche su quello organizzativo nel senso che alla finale hanno assistito soltanto 3.831 spettatori, abbonati compresi. Credo si tratti di un minimo per i tornei Masters Series. E' vero che non abbiamo un campione ma tutto sommato Volandri aveva un po' aiutato resistendo fino ai quarti di finale. Oggi comincia il torneo femminile che registra, oltre a quella di Venus Williams, un'altra assenza importante, quella della belga Justine Henin che ieri ha vinto il torneo di Berlino battendo in finale la connazionale Kim Clijsters. Gli organizzatori sono stati costretti a rifare il tabellone che ha come prima testa di serie Serena Williams Sono in gara sette italiane, sei ammesse