La banda Mancini ora va a caccia delle milanesi. Brescia e Udinese sono gli ultimi ostacoli Il traguardo garantirebbe 10 milioni. Pessi e Baraldi: per noi è un obiettivo fondamentale
Stavolta è qualcosa in più d'un fortunato slogan. Quel 2-0 di Bologna ha l'inebriante gusto d'una scommessa rinnovata. La Lazio vola verso la Champions, anche se mancano ancora 4 punti per spegnere le ambizioni del Chievo con la complicità della matematica. Il segnale forte e chiaro, arrivato dal Dall'Ara, autorizza voli pindarici e aiuta la società a disegnare un domani meno nebuloso. Ora Mancini pensa al secondo posto, che schiuderebbe automaticamente le porte del più prestigioso palcoscenico internazionale, senza preliminari. La Lazio, in realtà, ha già centrato, con gli ultimi tre punti, la partecipazione consecutiva numero 11 in Europa (dal '93 nessuna defaillance): solo Juve e Inter (con 28 e 20) hanno fatto meglio. E sabato sarà un Olimpico stracolmo ad accompagnare la squadra verso il traguardo più atteso: servono quattro punti, poi la festa avrà inizio. La Champions League garantirà almeno 10 milioni (grazie ai diritti televisivi), chiaramente dopo aver evaso la pratica del preliminare in programma ad agosto. La società, aspetta fiduciosa: la prestigiosa vetrina internazionale calamiterebbe di fatto acquirenti, sponsor e interessi. La volata Milan, Chievo e Lazio. Due posti utili per sognare in grande, distanze risibili, almeno tra biancocelesti e rossoneri. Una sola lunghezza, contro le tre che separano il Chievo e la Lazio. Mancini non fa troppi calcoli. «Voglio sei punti, dobbiamo provarci fino in fondo. Stiamo bene, questa squadra non ha mai subito il gioco delle avversarie». Il tecnico mette nel mirino Brescia e Udinese, gli ultimi ostacoli stagionali. Il Chievo dovrà vedersela invece con Roma e Juve, assorbite però da altri appuntamenti e quindi in teorico svantaggio psicologico. Per questo la Lazio non vuole lucrare sulle coincidenze destinate ad arrivare dagli altri campi. E Mancini spegne le voci e ammonisce con tono riflessivo. «Inutile parlare di futuro: il domani si costruisce con i risultati e per noi la Champions è determinante». L'ambizione della società Longo-Pessi-Baraldi, traduzione simultanea del nuovo management biancoceleste, spinge la creatura di Mancini verso l'obiettivo più importante. «La Champions è un traguardo fondamentale. Il giusto premio per un gruppo che ha lottato dall'inizio alla fine, dando spettacolo in tutta Italia», sottolinea con orgoglio il vicepresidente Roberto Pessi. «Nell'ottica del rilancio societario è imprescindibile entrare nel più prestigioso palconoscenico internazionale», questo il senso del messaggio di Luca Baraldi, amministratore delegato del nuovo corso. Oggi il cuore nevralgico della società si sposterà nel cuore di Roma: da lì partirà la marcia d'avvicinamento alla sfida col Brescia. Intanto giovedì si riunirà il Cda per lanciare per lanciare l'aumento di capitale da 110 milioni: si delibererà l'approvazione del piano industriale e si passerà ai raggi-x la trimestrale. L'accordo sul prezzo di collocamento delle azioni con la Cirio slitterà forse di una settimana. Insomma s'entra nell'ora della verità (entro domani anche Couto, dopo Matzuzzi, dovrebbe firmare il piano-stipendi). Merloni e Ligresti sono in prima fila per garantire la ricapitalizzazione (probabile una partecipazione di Ricucci): l'idea è quella di una public company, in cui entreranno anche Polisportiva e sponsor istituzionali. Per il marchio da apporre sulle maglie della prossima stagione spunta invece l'ipotesi Toyota (tra le alternative i paesi arabi o Merloni, anche se più flebile). E mercoledì decollerà, con una conferenza stampa, il progetto «Fondazione Lazio», creato dal vicepresidente Pessi. Probabile un'amichevole contro il Parma, a fine maggio, per bagnare la nobile iniziativa, destinata a fondere società, tifoseria e Polisportiva.