Giro McEwen vince, poi viene declassato La seconda tappa finisce all'altro italiano

In realtà il percorso nel finale non era tra i più adatti al Commendatore (anche se in ogni caso un bel pugno di velocisti sono arrivati ugualmente nel primo gruppo), ma se SuperMario, preso nel duplice impegno di onorare la maglia iridata e di battere quel benedetto record di Binda, perde più di sei minuti dal vincitore, è difficile non ricamarci su: è in ritardo di forma? La squadra non lo supporta come dovrebbe? Sono vere entrambe le ipotesi: il toscano non è ancora al massimo, e potrebbe aver bisogno di qualche giorno per tornare in sé (poi magari domani ci smentisce); e di sicuro la Domina Vacanze deve registrare meglio certi meccanismi: non è raro vedere il Campione del Mondo da solo in certi frangenti delicati della corsa. Salutini pensaci tu. Al di là delle personali vicende di Cipollini, c'è comunque tutto un altro universo che vive e si anima in questo avvio di Giro. Malgrado (o forse grazie a) le medie bassine, dovute anche al caldo del meridione, lo spettacolo non manca. Il primo Gran Premio della Montagna dell'edizione 86 della corsa rosa è stato affrontato ieri, pochi chilometri prima della conclusione della tappa a Matera. L'erta non terribile di Montescaglioso, oltre a ricacciare irrimediabilmente indietro Cipollini, ha lanciato una serie di scatti e scattini che hanno vivacizzato assai il finale (tra gli altri, visti all'attacco da qui al traguardo Muraglia, Pozzi, Faresin, Aggiano e Baliani). Freddy Gonzalez, vecchia conoscenza della maglia verde, è scollinato primo in vetta, e Pantani e Garzelli hanno stabilmente messo le ruote davanti, accompagnati dai più fidi scudieri: lo stesso Garzelli è stato in predicato di dire la sua anche all'arrivo (dove ha concluso in settima posizione), posto dopo una seconda salita (molto più dolce della precedente), e teatro di una volata contestata. A vincere, sulla strada, era stato Robbie McEwen, australiano molto più brillante in passato che nella stagione in corso. Ma stavolta importa anche il come; e il modo scorretto con cui l'uomo della Lotto ha chiuso verso le transenne il rimontante Baldato ha avuto serie conseguenze sull'esito della tappa: la giuria, riunita d'urgenza, ha stabilito a tempo di record il declassamento di McEwen all'ultimo posto del primo gruppo, e così Baldato, dopo dieci anni, ha potuto festeggiare una nuova vittoria di tappa al Giro d'Italia. Il veneto, che ha poi dedicato il successo alla memoria di Denis Zanette e alla famiglia dello sfortunato corridore morto qualche mese fa per un arresto cardiaco, era stato molto bravo a resistere nel gruppo di testa e a non perdersi d'animo quando si è visto solo e preso in mezzo al gioco di squadra della Fassa Bortolo, che si era attivata negli ultimi due chilometri per lanciare Petacchi. Quest'ultimo, affaticato dalle salite, si è piazzato al quarto posto ma ha conservato la maglia rosa (rinforzata da 4" di abbuono presi al traguardo dell'Intergiro, dove il solo Cipollini lo aveva preceduto). Intanto si è chiusa la corsa di Piccoli: il corridore trentino è caduto a treta chilometri dall'arrivo, ha proseguito ma è finito in ospedale con due costole rotte. Oggi la terza tappa parte da Policoro e si chiude a Terme Luigiane (145 chilometri), con un finale più movimentato di quello di ieri. In particolare la breve ascesa verso lo striscione dell'arrivo è garanzia di assenza di volata. Tutto in gioco, quindi, con i big che sicuramente si faranno vedere (Rai3 alle ore 15.30).