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di ETTORE FRIGO JEREZ — In piedi sulla sella con la moto in impennata lanciata verso ...

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Valentino Rossi ha mostrato ancora quanto si possa allargare il margine del talento e quanto sia ridotto lo spazio per chi tenta di impedirglielo. A Jerez, sulla pista che più ama e lo esalta, il campione del mondo che non conosce i confini dello show e sa come far divertire divertendosi senza dimenticare di vincere, ha costruito il suo successo prendendo la testa della corsa al quarto giro dopo una partenza non perfetta e un concentrato di sorpassi esaltanti. E, andato in fuga, è arrivato in fondo senza aver mai nessuno che lo ostacolosse o lo mettesse in condizione di forzare. Rendere la vita difficile a «The Doctor» appare alquanto complicato anche quest'anno. Seconda vittoria (e un secondo posto) in tre Gp, stesso ruolino di marcia della stagione scorsa, quella dei record: se qualcuno pensava che con le moto ufficiali affidate anche alla «concorrenza» Honda (ieri è stato il turno di Gibernau, che ha subito il fascino della novità finendo a terra) qualcosa cambiasse aumentando l'imprevidibilità si sta forse già ricredendo. Max Biaggi si conferma, con il secondo posto, l'antagonista più temibile per Rossi, e ora si profila anche per il romano la possibilità di salire sulla Honda ufficiale. Resta da scoprire se saprà anche lui gestire al meglio, con il suo stile di guida totalmente diverso (le derapate non sono nel suo repertorio) una moto più competitiva per mettere in pericolo la leadership di Valentino o gli sia invece sufficiente avere a disposizione nuovi materiali con la Honda «stradale». Rossi e la RC211V sono comunque ormai un corpo unico. E ieri hanno avuto il solo vantaggio di trovarsi senza rivali troppo presto, soprattutto è uscito di scena il più agguerrito della giornata, la Ducati di Capirossi finita sulla ghiaia ad un terzo di gara privando così la platea iberica di un emozionante duello. Loris è stato vittima di un «contrattempo» quasi paradossale perchè al giro di ricognizione è andato ad urtare a 200 orari contro la Desmosedici del suo compagno di squadra Bayliss (che viaggiava a velocità molto più ridotta), presentandosi al via con il manubrio storto, la carena rovinata e il braccio sinistro livido per la botta. «Dopo un pò non avevo più sensibilità al braccio, ho perso aderenza e sono caduto» ammette dalla clinica mobile Loris che anche infortunato si era esaltato comunque facendo esibizioni da speedway con una Ducati in forte crescita ma con evidenti problemi di trazione. Il terzo posto di Bayliss è comunque alquanto confortante dopo la pole di Loris del sabato, soprattutto fa classifica dato che Rossi guida con 70 punti, contro i 56 di Biaggi e i 40 dell'australiano della Ducati. Nelle altre classi straordinario Toni Elias, spagnolo dell'Aprilia che, con una mano fratturata neppure due settimane fa, al termine di una rimonta incredibile nei giri finali si è messo alle spalle Rolfo (Honda) e il francese De Puniet mentre Poggiali (entrambi Aprilia) è finito solo quarto per un lungo a tre giri dalla fine. Il sanmarinese la testa del Mondiale con 63 punti. In 125 podio tutto Aprilia. Ancora un successo di Checchinello che all'ultimo giro, cona staccata super, ha beffato tedesco Jenkner (leader del Mondiale con 52 punti davanti a Pedrosa, ieri quarto) e il sanmarinese de Angelis.

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