«L'emozione più grande da quando gioco»
Filippo Volandri si è scoperto giocatore di carattere e di sostanza, capace di giocare ad alti livelli con discreta continuità. Lo aveva già dimostrato a Montecarlo e Barcellona, raggiungendo, rispettivamente, i quarti e gli ottavi di finale. Al Foro Italico si è ripetuto. Oggi affronterà Federer nei quarti di finale, primo italiano a raggiungere tale traguardo dopo Gaudenzi, eliminato proprio nei quarti da Costa nel '96. Non stava nella pelle, Volandri, dopo la vittoria contro Stepanek: «È stato bellissimo, la più grande emozione che abbia mai avuto. Far bene a Montecarlo non è stato come vincere qui. In tribuna c'erano i mieri genitori e gli amici di Livorno». Poi, il livornese ha parlato della partita: «Faceva molto caldo. Entrambi eravamo molto stanchi e ho dovuto bagnare la testa più volte per far scendere la temperatura corporea. Federer? L'ho visto giocare e mi ha molto impressionato: se dovesse giocare così contro di me sarebbe un grosso problema. Ma il tennis è uno sport strano e lui potrebbe anche avere una giornata storta». Una partita non facile, quella di Volandri, che nel secondo set, a dispetto del risultato, era sotto di un break: «Sì, sono andato in svantaggio, ma poi c'è stato un calo di pressione, eravamo molto stanchi, soprattutto per l'umidità, il cui tasso era molto alto». Deve ancora migliorare tanto Filippo, e lui lo sa bene: «Nel servizio posso dare di più. Non so qual è il problema, possono influire tanti fattori. E' un colpo che ho cambiato radicalmente e ho lavorato molto sul lancio di palla, cercando di alzarlo un po'». Poi, l'attenzione è tornata su Federer: «Proverò a fargli avere una cattiva giornata. Devo ringraziare Fabrizio Fanucci, Diego Nargiso e Pino Carnovale, le persone che mi seeguono sempre».