Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

di SIMONE PIERETTI MILAN-Inter finisce a reti inviolate ed è tutto rimandato alla gara ...

default_image

  • a
  • a
  • a

Ai punti ieri notte avrebbe meritato il Milan, capace di fare la partita e disegnare trame di gioco collettive. Nella ripresa è stato un vero e proprio tiro al bersaglio verso la porta di Toldo, ma la difesa ha retto bene l'urto fino al fischio finale dell'ottimo Ivanov. L'Inter si è limitata a non giocare, contenendo le sfuriate rossonere e ripartendo in contropiede. L'occasione d'oro è capitata sui piedi di Crespo, ma l'ex laziale ha sciupato tutto sbagliando di poco la mira. La sfida Milan-Inter, l'un contro l'altra,k armate per una partita senza precedenti nella storia: due mondi, due modi di pensare, di vedere il calcio, di essere milanesi. Puristi della pedata i rossoneri, figli di una Milano popolare d'inizio secolo. Gre-No-Li, Rocco, Rivera, Sacchi, Baresi ed una collezione di coppe dei Campioni da lucidare. Reazionari della prima ora i nerazzurri, nati da una costola milanista e successivamente adottati dalla Milano borghese. Meazza, Herrera, Prisco e Mazzola affiancati al teutonico Mattheus per ricordare l'ultimo, lontano successo da contrapporre ai trionfi rossoneri. Ma l'orgoglioso vanto di chi non ha mai conosciuto la serie cadetta vale più di un prezioso cimelio da esibire. La partita In avvio le compagini sono lo specchio dei due allenatori. Più coraggioso il Milan, guidato dal discepolo di Sacchi Carletto Ancelotti. Più remissiva, ma altrettanto insidiosa l'Inter dell'herreriano Cuper. Il primo brivido corre sulla schiena dei tifosi del Diavolo: Crespo con un tocco felpato mette Recoba nelle condizioni di battere a rete, ma l'attaccante sudamericano calcia debolmente verso Dida. Dalla parte opposta Shevchenko mette alla prova i riflessi di Toldo che smanaccia la conclusione. Ancora Inter, ancora Recoba al 16', ma il suo morbido colpo di testa è controllato senza problemi dall'estremo difensore milanista. È l'ultimo sussulto di un primo tempo avaro di emozioni. La tattica Cuper manda in campo una squadra con un'inedita difesa a tre: Zanetti e Coco sono due pendoli che alternativamente salgono pre dar supporto ai centrocampisti. Il colombiano Cordoba domina la scena nelle retrovie: la linea difensiva interista è molto alta, gli attaccanti rossoneri finiscono ripetutamente nella trappola del fuorigioco. Crespo è l'unico punto di riferimento offensivo degli interisti. Dalla parte opposta Inzaghi e Shevchenko sonnecchiano. Gattuso, Brocchi e Seedorf ringhiano sui garretti nerazzurri, Rui Costa prova a giocare tra la linea dei centrocampisti e quella d'attacco. La ripresa Rui Costa accende le polveri e nel giro di novanta secondi prova la conclusione dalla media distanza per ben due volte: il mirino è rimasto negli spogliatoi, bersaglio fallito in entrambe le occasioni. Il Milan carica a testa bassa: Kaladze si infila tra Conceicao e Cordoba servendo Shevchenko, ma l'ucraino da buona posizione calcia mollemente su Toldo. Il Milan spinge il piede sull'acceleratore: Rui Costa imbecca Inzaghi per un sinistro al volo che non crea grattacapi a Toldo. Il portoghese in mezzo al campo continua a ricamare. Quando il numero dieci rossonero manda in porta Shevchenko il gol sembra cosa fatta: l'attaccante, insolitamente altruista, mette in mezzo facendosi intercettare l'assist da Cordoba anziché calciare a rete. È un assedio rossonero all'area di rigore dell'Inter. Toldo si supera respingendo un diagonale a girare di Gattuso indirizzato nell'angolo. Seedorf sbaglia un'occasione facile facile calciando alle stelle da buona posizione. La conclusione di Di Biagio a tre minuti dalla fine consente a Dida di dimostrare fattivamente la sua presenza in campo: la conclusione è centrale, la parata semplicissima. L'Inter prova ad assestare il colpo vincente nell'ultimo minuto di gioco con Crespo che prova il pallonetto. La palla esce di un soffio: sarebbe stato davvero troppo.

Dai blog