Roma piange, Agassi fuori al primo turno
Passi per la scarsa affluenza del pubblico alla quale ci siamo purtroppo abituati. Magari l'ufficio stampa della FIT mi fornirà dati diversi ma non è stato bello vedere troppi vuoti in tribuna. È invece importante la perdita di due protagonisti di grande prestigio, in particolare quella di Andre Agassi, sconfitto ieri al primo turno dallo spagnolo David Ferrer, numero 59 in classifica, perché la rinuncia di Marat Safin, ufficializzata solo ieri pomeriggio, era già stata diramata da radio-spogliatoio il giorno prima. Può sembrare un paradosso ma è più facile che Agassi perda un incontro di primo turno piuttosto che una finale. Il bilancio di Agassi alla vigilia di questo torneo era di quattro tornei vinti su cinque disputati, di 23 vittorie ed una sconfitta, una sequenza che gli aveva consentito di tornare al primo posto nella classifica del computer. Lunedì prossimo, invece, il computer riporterà al vertice l'australiano Lleyton Hewitt. Questo discorso riguarda solo Agassi ma non consola gli organizzatori perché lascia il torneo nelle mani degli spagnoli e lo priva del motivo principale che era stato individuato alla vigilia nel confronto tra Agassi da una parte, Moya e Ferrero dall'altra. Ora c'è solo da sperare che Kuerten oppure Federer sappiano proporsi come valide alternative. Per quanto riguarda la partita si era avuta, all'inizio, l'impressione che Agassi non avesse problemi. Infatti ha vinto il primo set per 6-0, poi però ha cominciato ad accusare il caldo, che ieri ha toccato punte vicine ai 30 gradi. Agassi si è fatto trascinare al tie-break nel secondo set, lo ha perduto per 7 punti a 3 ed ha finito per perdere per 6-4 al terzo cedendo due volte il servizio. Anche il torneo degli italiani è cominciato male. Davide Sanguinetti, il primo dei nostri a scendere in campo, è stato nettamente sconfitto dal francese Arnaud Clement. Dopo di lui anche Andrea Gaudenzi non è riuscito a rovesciare il pronostico ed a battere un avversario più forte e meglio classificato. L'americano Andy Roddick, testa di serie numero 5, non sarà uno specialista della terra battuta ma la violenza del suo servizio e del suo dritto si sono dimostrate armi formidabili che il nostro giocatore non è riuscito a contrastare. Nessuna colpa da parte di Sanguinetti e di Gaudenzi, che - ripeto - hanno perduto contro avversari più forti. Il problema è che dopo la loro generazione (Sanguinetti è del 1972, Gaudenzi del 1973) c'è stato un buco di otto-nove nelle quali il nostro tennis non è riuscito a produrre nessun buon giocatore. Speriamo che oggi Volandri (classe 1981) ci regali contro il cileno Massu un motivo di speranza ed un briciolo di ottimismo.