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Nel finale Fiore sbaglia un rigore, Collina ne ignora almeno altri tre Per i biancocelesti si complica la lotta per un posto in Champions

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Sbaglia in prima persona il fischietto eletto «numero uno al mondo», ma paga anche gli errori macroscopici dei suoi svampiti collaboratori. Quello del signor Mitro è addirittura sconcertante. Può un guardalinee peraltro ben piazzato segnalare un fuorigioco sbagliando la misura di almeno tre metri? Lui sì, e ci auguriamo che i designatori ne tengano conto. L'azione incriminata si svolge in pieno recupero di primo tempo. Corradi di tacco fa scorrere il pallone che arriva a Lopez, controllo e girata a servire in verticale Cesar lanciato verso Buffon. Davanti al portiere ospite in realtà si presentano in tre, Cesar a sinistra, Corradi al centro e Castroman a destra. Tutti tenuti nettamente in gioco da Zambrotta, attardatosi poco più avanti della lunetta. Il fischio di Collina lascia di stucco l'intero stadio. Mancini scatta come ai bei tempi per andare a protestare verso Mitro, che tiene lo sguardo basso di chi sa di averla combinata grossa. Evidente, ma ben sanzionato stavolta, il fallo da rigore commesso da Turam su Castroman. L'argentino ruba il tempo al francese che in corsa cerca di calciare il pallone colpendo invece la caviglia sinistra dell'avversario. Il penalty era stato richiesto due volte nel primo tempo dai laziali, sempre per falli di mano volontari in area bianconera. Nel primo tempo Montero ha respinto col braccio un cross di Lopez, nella ripresa Iuliano lo ha imitato su Fiore. Da punire, a metà gara, una spinta galeotta di Montero a Corradi in elevazione. Risultato: c'erano quattro rigori per la Lazio, Collina ne ha concesso solo uno: bah!

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