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di TIZIANO CARMELLINI ERA nell'aria, da tempo Samuel smaniava e cercava in contatto con la società.

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Così, come spesso accade in questi casi, alla fine è successo il patatrack. Ieri è arrivato lo sfogo del giocatore che s'è presentato in conferenza stampa col coltello tra i denti. «Non sono certo di rimanere alla Roma, qui mi trovo benissimo e anche la mia famiglia si è ambientata ottimamente, ma le cose non dipendono solo da me». Attacca l'arringa del difensore argentino secondo il quale la Roma rimanda da troppo tempo un incontro per definire il suo futuro in giallorosso. «Voglio rimanere nella capitale anche perché ho un contratto che mi lega alla società giallorossa per altri tre anni e potrei rimanere anche con quello. Non sono comunque io a decidere, se la società non fosse soddisfatta del mio rendimento andrò via». Sulla parola «via» scattano le solite voci che da tempo rammaricano l'interesse del Reale Madrid per il giocatore. Il club impartisti si era già fatto sotto a metà stagione, ma è delle ultime ore l'offerta più allettante: trenta milioni di ero, o venti più il cartellino di uno tra Morientes o Solari. Secco il «no» della Roma: Capello ha da tempo messo Samuel nella lista degli intoccabili. Samuel fa il vago e ci scherza sopra. «Il Real Madrid? Ma se fanno 20 gol a partita...a che gli serve un difensore!». Ma non è la giornata giusta per scherzare, Samuel ha il dente avvelenato ed esce allo scoperto cercando la reazione della società. «Mi hanno fatto tante, troppe promesse vorrei maggiore rispetto». Lo sfogo del difensore giallorosso non è stato preso bene dalla società. Baldini è a dir poco esterrefatto, non si spiega perché un giocatore normalmente così equilibrato, si sia lasciato andare a questo sfogo: visto per altro che non più di un mese e mezzo il presidente Sensi gli aveva offerto un «sostanzioso» rinnovo del contratto. Ovviamente parametrato alle nuove realtà del calcio italiano. La società quindi, pur ammettendo un certo ritardo nella presentazione dell'offerta e quindi del relativo incontro con i procuratori dell'argentino, prende atto dello sfogo del giocatore, ma non farà un passo nella sua direzione: il contratto del resto è in essere per altri due anni. Samuel dovrà aspettare. Sulla stagione che si sta chiudendo, Samuel non si fa sconti, ammette di non aver giocato spesso al meglio e traccia un primo bilancio. «È vero anche io mi sono reso conto che non è stata una stagione brillante ma sono pochi i giocatori che in questa stagione nella Roma si sono espressi al massimo e con continuità, forse Emerson è stato il più regolare. Comunque ora stiamo giocando tutti bene». Resta da giocare una finale di Coppa Italia che potrebbe salvare la stagione. Samuel rilancia un torneo troppo volte svalutato dalle grandi squadre. «La coppa può salvare la stagione. Non l'ho mai vinta ed è pur sempre una coppa importante anche se ad inizio stagione è sempre un po' snobbata. Il Milan? Il vero valore si vedrà solo nella doppia finale di Coppa». Ma il futuro è già qui e la Roma dovrà stare attenta alla campagna acquisti che sta iniziando. Lo scorso anno sul fronte «cessioni» è stato un disastro. Serviranno dei rinforzi, ma Samuel crede ancora in questo gruppo. «Credo che questa squadra sia già competitiva così com'è, può darsi che la società debba comprare qualcuno ma chi sta qui è sicuramente all'altezza. Il modulo? Personalmente mi trovo bene sia a 3 che a 4 in difesa, deciderà Capello il modo di mettere in campo la squadra». Sulla battaglia al Palazzo del presidente, fa spallucce e passa oltre: anche se riconosce che la Roma è stata penalizzata più volte. «Non ho seguito da vicino queste vicende e penso solo a giocare, non credo alla malafede degli arbitri anche se all'inizio di questa stagione ci sono stati diversi episodi: ci hanno fischiato troppi calci di rigore contro che ci hanno condizionato psicologicamente. Non è una scusa perché, comunque, noi non abbiamo giocato bene». Chiusura sull'amico Batistuta. «Non credo che Gabriel sia un g

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