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Liegi, Bartoli sfida Armstrong

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La Decana delle Classiche, che quest' anno chiude il lungo e faticoso tour al Nord, racchiude in sè tutte le meraviglie e le fatiche del ciclismo, le speranze di chi come Danilo Di Luca chiede a questa corsa la definitiva consacrazione, o gli umori foschi di Bartoli alla ricerca perenne di se stesso. Piove, ma per Rebellin se fosse venuto giù il diluvio universale, la grandine o il pack non sarebbe cambiato niente. Davide aveva in testa la Liegi da un anno esatto, cioè ogni anno della sua carriera comincia e finisce prima di tutto con la Liegi, e niente potrebbe stornare la caparbia convinzione del Tin Tin vicentino. Ma la Liegi è affare di stato, di tutti gli stati del ciclismo, perch? la Liegi cambia una carriera. Non c' è Bettini, cioè non c' è il più forte degli italiani, ma c' è Armstrong che fa paura, c'è Van Petegem che dopo la doppietta Fiandre-Roubaix è uno che può far bene, visto che è già arrivato settimo ad Ans. E per la prima volta si assiste al pericolo spagnolo, autentico, di squadra, di nazione e non episodico, con baschi come Mayo, che con la pioggia vince sempre, o Astarloa, o David Etxebarria, già terzo tre anni fa.

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