DOPING: SVOLTA AL GIRO D'ITALIA
Con leader che si trovano costretti a sfilarsi la maglia, abbandonare la carovana delle farmacie viaggianti, deludere il pubblico, calpestare il fascino delle due ruote alla vana rincorsa di limpidezza morale. A due settimane dal via della 86/ma edizione della corsa rosa il ciclismo tenta di fare ordine sul fronte doping. Con una pulizia che non vuole essere solo di pura immagine. L'iniziativa parte dai medici delle varie squadre che hanno deciso di stilare una «procedura standardizzata per il possesso e l'uso dei medicinali» tentando così di uniformare il comportamento dei team, anche quelli stranieri. Si tratta in sostanza di mettere nero su bianco una lista di farmaci, anche quelli a restrizione d'uso o dichiaramente dopanti, che verrà opportunamente consegnata alla partenza al servizio sanitario del Giro ma anche, e soprattutto, alla Procura antidoping e di rimando alle eventuali procure della Repubblica. L'operazione «trasparenza», messa a punto in questi giorni anche dai medici impegnati nelle classiche, eviterà equivoci di ogni sorta, vietando ai ciclisti il possesso e l'uso personale di qualunque farmaco senza il preventivo permesso scritto del medico sociale. Verrà loro concesso soltanto l'uso certificato di alcune medicine tra i quali gli anti-allergici. L'accordo che verrà sottoscritto martedì prossimo ha una valenza sostanziale in quanto si consegna l'intera dotazione farmaceutica, anche quella personale, al medico della squadra. Che li terrebbe «in cassaforte». La piccola rivoluzione che tiene così sotto scacco i ciclisti va ad aggiungersi ad un'altra iniziativa antidoping. Ieri, a Liegi, è stato presentato il protocollo per rivelare la presenza dell'emoglobina sintetica nel sangue durante i controlli. A svelare i segreti del potentissimo additivo e come rintracciarlo, sono stati gli stessi ingegneri farmaceutici di una ditta sudafricana che per prima aveva messo in commercio la sostanza sintetica. Un primo esempio di come l'antidoping possa trovare un alleato nel suo «nemico».