Sacchi: «Rinascimento Italia? Non è vera gloria»
Per il rinascimento, quello vero, del calcio italiano non basta la qualificazione alle semifinali di Champions di Milan, Juve ed Inter: occorre attendere. Parola di Arrigo Sacchi: l'ex ct azzurro e tecnico del grande Milan, ora dirigente del Parma, si rallegra per la presenza record delle squadre italiane in Champions, ma non si unisce al coro indistinto degli elogi. Carraro ha inviato ai tre club italiani una lettera di complimenti, Sacchi invece centellina gli apprezzamenti. «È sicuramente un passo avanti rispetto al passato che fa ben sperare per il futuro. Ma solo il tempo dirà se è vero rinascimento o solo un fatto sporadico. Intanto fino a 5-6 anni era impossibile che ci fossero tre squadre perché in Champions ce ne andava solo una...». L'entusiasmo che ha accompagnato la qualificazione in semifinale per Sacchi è giustificato solo a metà. «Mi fa piacere che ci siano tre italiane - continua - ma non dobbiamo cadere sempre nel superficialismo e valutare solo sulla base dei risultati, che fanno sì ben sperare, nonostante siano stati accompagnati da tanta qualità ma anche da altrettanta fortuna, specialmente per alcune squadre». In questo senso qualcosa in più l'ha fatta vedere il Milan. «Finora è stata la più brillante - continua Sacchi - e, anche se ha sofferto molto, credo abbia meritato il risultato, soprattutto per il percorso fatto in Champions. L'Inter? È stata meno brillante, ma ha sfruttato al massimo le individualità». La squadra di Lippi merita un discorso a parte: la forza della società fa la differenza. «La Juventus ha confermato una forza caratteriale notevole - continua - anche se il gioco non sempre è stato convincente. Ha nel suo dna la capacità di sintesi fantastica e una concentrazione formidabile e uomini, a partire dall'allenatore, dal carattere fuori dal comune». È anche per questo che la semifinale con il Real Madrid avrà un fascino particolare: da una parte la tattica dei bianconeri, dall'altra il gioco e lo spettacolo degli spagnoli, a cui Sacchi guarda con molta ammirazione. «Può succedere di tutto - dice - La partita sarà bella perché si affrontano due realtà diverse: la Juve è meglio organizzata a livello difensivo e più brava del Real a livello di contrattacchi. Dall'altra parte però c'è una squadra che a livello individuale, di manovra e possesso palla non ha eguali». Quanto al derby europeo tra le due milanese, Sacchi non si entusiasma. «Mi dispiace - dice - perché se c'è un fascino nelle coppe è quello delle sfide internazionali, se poi si ricade nel nazionale... Certo rispetto ai derby di campionato avrà un fascino diverso». La chimera del calcio-spettacolo per ora resta tale: ma inseguendo il sogno delle emozioni, Sacchi guarda avanti pensando al passato. «Ridateci la vecchia Coppa dei Campioni - conclude - con gare di andata e ritorno. Quella piace alla gente. Partite così, come quella che ho visto ieri sera a San Siro, accorciano la vita, ma lasciano un segno forte. Bisogna studiare qualcosa di diverso, perché il business non deve prendere il sopravvento sul gioco»..