Milan all'ultimo respiro
Ancelotti deve fare a meno di Pirlo, Seedorf e Serginho, e lascia fuori Rivaldo, che, dagli spot al campo, continua a vivere una stagione da «wanted»; Koeman non può contare sugli infortunati Galasek e Van Der Vaart. Dopo la classica «fase di studio», il Milan inizia a premere con moderata continuità, dando l'impressione di sapere che può segnare da un momento all'altro, ma non dimenticando mai che una rete dell'Ajax complicherebbe insopportabilmente la questione. Rui Costa, Inzaghi e Shevchenko provano a prendere le misure della porta avversaria, Ambrosini si fa ammonire per una brutta entrata su Chivu, poi al 23' c'è un caso che nemmeno dieci edizioni di Processo di Biscardi riusciranno a chiarire: punizione rossonera da destra, prima Shevchenko e poi Ambrosini si fiondano sul pallone nella mischia in area, ma la sfera viene ribattuta; il biondo centrocampista riprende e tocca fuori, dove c'è Brocchi appostato per il tiro. Sulla sventola del rossonero, Pasanen devia indirizzando il pallone nel sette, ma Lobont esibisce un balzo prodigioso per arrivare a respingere: dentro o fuori? Al di qua o al di là della linea bianca? Il Milan non sta lì troppo a filosofeggiare, e si ributta in avanti con maggior convinzione. Al 26' Shevchenko tira ma il suo sinistro è smorzato in corner; al 30' ancora Sheva crossa da sinistra, e il pallone deviato da Van Damme si impenna per finire sulla capoccia di Inzaghi, lasciato solo a 5 metri dalla porta olandese da Pasanen e Trabelsi, ingannati come bimbi dalla deviazione del compagno. SuperPippo non può fisicamente fallire, e schiaccia di testa in rete per l'1-0. L'Ajax, che fin lì aveva fatto vedere un paio di incursioni dalle fasce concluse da cross bassi e non sfruttati dalle punte, prova a rimettere in piedi la partita, ma i rossoneri non si impressionano, anzi, sfiorano il colpo del ko con Shevchenko e Inzaghi. Koeman capisce che è ora di cambiare, e nella ripresa manda in campo Litmanen in luogo del giovane difensore Van Damme. L'Ajax migliora un po', ma tra i rossoneri cresce Brocchi, già buono nel primo tempo. Da un suo lancio Shevchenko conquista una punizione che poi egli stesso batte (bel rasoterra angolato), trovando l'attenta opposizione di Lobont. Al 15' Brocchi pennella da destra il pallone del raddoppio sulla testa di Inzaghi, ma il centravanti, marcato ancora male da Pasanen, incorna altissimo in avvitamento dal limite dell'area piccola. Lo spreco del Milan non può passare impunito, e infatti al 18' Brocchi perde un contrasto con O'Brien, e l'americano può lanciare Van Der Meyde. L'ala di Koeman brucia Simic e appoggia in mezzo dove Litmanen, solissimo, non ha che da spingere in rete. Prima che lo sconforto si impadronisca dei padroni di casa, Inzaghi decide al 20' di farsi perdonare l'errore di prima, e allora inventa uno slalom tra Pasanen e Chivu e in qualche modo crossa per la testa di Shevchenko, che segna a porta vuota anticipando O'Brien. Sul 2-1, Ancelotti tarda a inserire forze fresche, e l'Ajax ne approfitta. Van Der Meyde mette in mezzo, Ibrahimovic sfiora di testa, Pienaar si avventa sulla palla ma non la trova, e finisce per terra insieme a Costacurta; ma il difensore ci mette mezz'ora a rialzarsi, al contrario del giovane olandese che invece balza subito in piedi e anticipando il sopraggiungente Maldini tocca in rete il pallone rimasto lì. Ancelotti, disperato, butta dentro Rivaldo e Tomasson, ma lì davanti si fa confusione. Sull'asse Rui-Rivaldo la palla arriva a Shevchenko in area, ma l'ucraino si fa anticipare da Chivu. Solo un colpo di genio risolverebbe l'incontro a questo punto. Arriva un pallone dalle retrovie; Ambrosini prolunga di testa, Inzaghi indovina il pallonetto della vita e Tomasson tocca pleonasticamente in rete per il 3-2: San Siro può finalmente esplodere, il Milan raggiunge l'Inter in semifinale.