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Mancini guida la Lazio all'impresa col Porto

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Bello e impossibile, nel rispetto d'un clichet che da sempre si trasfigura dietro le imprese. I novanta minuti dell'Olimpico vivono nell'attesa del popolo biancoceleste: contro il Porto, nella semifinale di ritorno di Coppa Uefa, servirà l'appoggio incondizionato della gente, recita più o meno così il messaggio societario, che trova adesione nell'appello-invito di Mancini. «Cercheremo di materializzare l'impossibile: mi aspetto una bolgia per ribaltare il 4-1 dell'andata». Detto, fatto. La tifoseria laziale s'è stretta intorno alla squadra. Oltre sessantamila tagliandi venduti in prevendita (record europeo di tutti i tempi, superato i circa 53 tagliandi venduti per Lazio-Valencia), con l'ultima prova d'appello direttamente stasera al botteghino, con la speranza di riempirlo davvero tutto, l'Olimpico, e di trasformarlo in un catino infernale. Contro il Porto (ore 21, diretta su Rai2), la Lazio cercherà il visto per la finale di Coppa Uefa. La Nord inscenerà una coreografia da mille e una notte: telo ornato con fine maestria e cartoncini a fare da contorno, suggestivo scenario da opporre alle velleità portoghesi. Mancini ci crede e carica l'ambiente. «La squadra crede fortemente in questa rimonta, vuole ribaltare il risultato dell'andata. Non c'è rabbia, sappiamo gli errori che abbiamo commesso a Oporto quindi eviteremo di ripeterli. Entreremo in campo tranquilli ma aggressivi. Non ci dobbiamo abbattere dovessimo subire un gol: ripeto, cercheremo di fare l'impossibile e di sfruttare le loro debolezze difensive». La strategia Mancini confida nel sostegno ambientale. «Voglio regalare una gioia alla gente, che mi ha insegnato ad amare questa maglia. Mi fa piacere sentirli vicini in un momento così importante». Il resto fa parte dell'aspetto tattico. «Penso che i goal utili possano giungere in qualsiasi momento della gara quindi cercheremo di non concedere al Porto il colpo di grazia. La Lazio dovrà fare una partita simile a quella del Valencia con l'Inter. Il Porto? Sarà la stessa squadra dell'andata, essendo simile a noi è difficile che snaturi la propria filosofia di gioco. Tocca comunque a noi creare i presupposti per metterli in affanno. Siamo consapevoli che per compiere una rimonta tale ci vogliono tante componenti favorevoli». Poi spunta un rammarico. «Potessi tornare indietro rigiocherei la semifinale d'andata. Abbiamo sbagliato tutto. La condizione atletica dei ragazzi? È buona, lo dimostra il secondo tempo con il Piacenza. Cercheremo di prendere in velocità la loro difesa, sperando che tutte e tre gli attaccanti a disposizione indovinino la serata giusta». Infine una battuta su Chiesa. «Mi auguro che da stasera inizi a lasciare il segno. Lo abbiamo aspettato, ora spero che ci ricambi con un gol importante». La Lazio andrà all'assalto con il tridente. Per vincere quella sfida con il destino che potrebbe schiudere le porte della finale di Siviglia..

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