GLI ESAMI DI IERI CONFERMANO LA DISTRAZIONE DEL COLLATERALE
Ma per questa squadra che vive di episodi fortunosi e di notti brutte eppure produttive non è proprio tempo di promesse a lungo termine. E per Vieri, imbronciato e avvilito, neanche il modo migliore per tirarlo su di morale. Bobo la sua battaglia stagionale con un'Inter bisbetica ma non domata, isterica e miracolata, l'ha conclusa al «Mestalla» di Valencia lasciando il segno (un gol che è valso la semifinale) e molto di più. Per il bomber l'elongazione collaterale del ginocchio destro, come rivela la risonanza magnetica e l'ecografia di ieri, significa in termini pratici tre settimane di stop. Gli esami clinici hanno escluso lesioni ben più gravi ma è difficile che l'attaccante possa rientrare in campo prima di un mese circa. Giusto per l'ultima di campionato con il Perugia a San Siro (25 maggio) o per l'epilogo di Champions League in programma in terra inglese tre giorni dopo. Più facile però ipotizzare per Bobo uno stop ancora più lungo e sofferto per evitare rischi e ricadute anche se molto dipenderà dai prossimi risultati dell'Inter. Stagione dunque conclusa o quasi, l'ultimo regalo ai nerazzurri l'ha fatto a Valencia, adesso toccherà ai suoi compagni (Crespo ad esempio, apparso in ripresa) continuare a fare miracoli. Proprio adesso che si stanno scrivendo i verdetti la squadra di Cuper dovrà dunque rinunciare al salvatore, l'uomo cardine, il leader di un gruppo che a Valencia ha mostrato la faccia più brutta della stagione. Una qualificazione ottenuta con il più spudorato dei catenacci non maschera i limiti dei nerazzurri convinti che un'altra serata così non capotera mai più. Francesco Toldo, il «portiere colossale» - come da ieri dicono e scrivono in Spagna - protagonista della folle notte valenciana, è il primo a ricordarlo: «Bisogna cambiare qualcosa. È stato un assedio, può andare bene una volta, ma una soltanto». Recoba, cui ora società e tifosi chiedono - Crespo incluso - quel qualcosa in più per fare la differenza che Vieri non può più garantire, chiosa: «Giocando così non si arriva da nessuna parte, tantomeno in finale». Parole dure indirizzate senza neanche troppi dribbling a Cuper, che ha organizzato un catenaccio talmente irriverente e allestito un match senza neanche uno schema che ha fatto infuriare la stampa spagnola: «Inter horroroso» è il massimo dei complimenti, oltre c'è l'indecenza. Ancora una volta il tecnico ha dato ragione agli spagnoli che lo accusano di presentare moduli tattici anni Sessanta. La critica più feroce arriva da Rafa Benitez, l'allenatore del Valencia, implacabile con il suo collega: «Se tutte le squadre giocassero come l'Inter non so se sparirebbe il calcio ma sicuramente il pubblico diserterebbe gli stadi». Più che una squadra, un incubo.