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Il tecnico di Roma: «È difficile ma io credo ancora nel sorpasso. Eurolega? Le regole vanno cambiate, è assurdo che le bolognesi abbiano il posto assicurato»

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Intendiamoci, la sconfitta di contro la Mabo è una ferita aperta. Ma la contemporanea battuta d'arresto di Siena ci ha dato la matematica certezza della terza piazza. Erano oltre dieci anni che Roma non entrava tra le prime quattro al termine della regular season. Questo risultato è già acquisito a due gare dal termine della prima fase e possiamo ancora sperare nel secondo posto». Insomma promuove la sua Virtus? «Certo, anche se quando dicevo di non abbassare la guardia prima dell'incontro con la Mabo è perchè conosco le insidie del campionato di serie A. Diciamo che la Virtus fatica ancora ad essere una squadra di grande tradizione come, ad esempio, la Benetton». Si spieghi meglio. «Non si resta al vertice per grazia ricevuta. Treviso questa forza s'è l'è costruita negli anni ed ora è la sua arma vincente. Qui a Roma, che è una città passionale, bisogna imparare a modulare le emozioni. Si vincono tre partite e si parla, un pò troppo affrettatamente, di scudetto, se ne perde una e quasi tutto è da buttare. Non bisogna vivere solo sul momento, ma la cosa importante è avere la freddezza per valutare. Diciamo che dopo la scorsa stagione a Napoli, altra piazza dove dall'entusiasmo si rischiava di passare in un amen alla depressione più assoluta, mi sono fatto le ossa. E allora oggi capisco meglio come si reagisce a Roma». Anche perchè qui ha trovato una società dove non si fanno voli pindarici. «La grande forza dei miei dirigenti è quella di valutare le cose con molta razionalità. Ed un allenatore così si sente molto più protetto». Ma l'Europa, a cui teneva il presidente Toti, sta sfuggendo di mano. «Se non la conquisteremo un pò sarà colpa nostra ma molto di un regolamento insensato. Mi sembra veramente una pazzia che Cantù e noi dobbiamo lottare con il coltello tra i denti per un posto in Eurolega e le due di Bologna lo abbiano come diritto acquisito dal regolamento dell'Uleb. La classifica dice che dovrebbero essere Oregon e Virtus Roma a meritare di giocare la massima manifestazione continentale nella prossima stagione». Ma Roma ancora ce la può fare «Cantù sarà un avversario durissimo e noi partiamo da -18, un fardello molto pesante. L'errore più grande che potremmo commettere sabato prossimo sarebbe quello di entrare in campo come dei forsennati per cercare di ridurre questo gap. Invece dovremo giocare una partita razionale e poi alzare la testa nella volata finale per guardare il punteggio. È difficile, nello sport le missioni impossibili non esistono. Ed allora noi ci proveremo. È un dovere nei confronti dei tifosi e della società».

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