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di OSCAR OREFICI NEL GIORNO del dolore, quando la testa ed il cuore dovrebbero essere altrove ...

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Dominatore delle qualifiche, è stato poi il protagonista assoluto della corsa, tanto da avere aggiunto alla vittoria pure il giro più veloce in gara. In poco meno di un'ora e mezza, a parte una insignificante sbavatura, ha letteralmente dipinto traiettorie perfette, interpretando da par suo la rischiosa strategia dei tre pit-stop, che ha imposto ritmi forsennati tra una frazione e l'altra. Un successo, quello del fuoriclasse tedesco, che ha fatto arrossire quanti lo avevano frettolosamente giudicato in declino, individuandone i segnali negli errori commessi nei precedenti Gran Premi, di sicuro determinanti, ma anche dovuti a circostanze anomale. La rivincita di Schumi si abbina a quella della Ferrari, che ad Imola ha fatto scendere in pista per l'ultima volta la F2002, la macchina dei primati, capace di trascinare al successo i piloti di Maranello in 16 gare sulle 21 disputate. A prescindere dall'indiscutibile potenziale della monoposto destinata ora ad avere un posto d'onore nei musei dell'automobile, anche sulla scuderia erano state avanzate improvvide ipotesi di crisi, quasi fossero venute meno in un sol colpo tutte le motivazioni che le avevano consentito di monopolizzare il mondiale da tre stagioni. Il Gran Premio di San Marino ha, invece, dimostrato che la squadra è tuttora all'avanguardia nell'organizzazione e nelle scelte strategiche. Solo un malaugurato intoppo al terzo pit-stop ha impedito, infatti, ad un Barrichello in giornata di grazia di giungere secondo, privando la Ferrari di una meritata doppietta. Dal canto suo, pure la McLaren-Mercedes continua ad essere protagonista, con un Raikkonen sempre più sicuro di sé, convinto di essere l'unico a poter lanciare il guanto di sfida a Schumacher. Il team di Ron Dennis ha optato per le due soste ai box, partendo con le vetture più cariche di benzina, e così si spiegano le qualifiche tutt'altro che brillanti. Una scelta che non ha pagato, in particolare per quanto riguarda Coulthard, comunque anonimo in tutto il fine settimana. Ma i limiti del pilota scozzese sono ben noti e l'avere al fianco un compagno come Raikkonen li evidenzia ancor di più. A parte la fiammata iniziale di Ralf Schumacher, al pari del fratello esemplare professionista e uomo migliore di quanto non voglia lasciar trasparire, la Williams-Bmw ha tradito le doti del potente 10 cilindri Bmw, non è mai stata in lizza per la vittoria, commettendo gli abituali errori nei pit-stop, che sono costati a Montoya una sosta in più, addirittura quattro, e, di conseguenza, un piazzamento modesto. Fra gli altri, merita una citazione Alonso, in grado di raggranellare punti, nonostante la carenza di cavalli del motore della sua Renault.

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