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«Non sono ammesse distrazioni»

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Nessuno lo dice, ma i bianconeri la ritengono decisiva: se vincono, infatti, mantengono sei punti di vantaggio sulle inseguitrici a cinque giornate dal termine. Per questo Ciro Ferrara ammonisce: temo l'attacco e le motivazioni della Roma, come per dire che sarà una partita difficilissima. Difficile anche se i giallorossi non hanno velleità di scudetto e quelle di arrivare tra le prime quattro, come dice lo stesso Ferrara, sono assai improbabili. Insomma, è il valore intrinseco della Roma a far professare prudenza al difensore bianconero: «Totti su tutti e poi Montella e Cassano, formano un attacco temibilissimo. La Roma vive un buon momento e ha una classifica bugiarda. Ma non deve ingannare: anche se i punti per noi contano molto di più, la Roma sarà motivatissima. Il motivo? Non c'è squadra in Italia che non sia motivatissima quando incontra noi. Battere la Juve, soprattutto se è capolista, è un incentivo enorme per tutti. Nel caso della Roma, poi, la rivalità con la Juventus è sempre forte, al di là della classifica e quindi cercare di toglierci un pezzo di scudetto sarebbe una impresa ambita». In tema di attacchi, quello della Juventus non si sta dimostrando proprio trascendentale, nelle ultime partite, ma Ferrara è contento lo stesso: «L'importante è che la Juventus sia la seconda squadra che ha segnato più gol, non importa chi li ha fatti. Se abbiamo dato una mano noi difensori o i centrocampisti, significa che tra noi c'è un equilibrio e questo è l'importante». Ferrara ammette che con il Bologna è stata una svolta, se non proprio decisiva, ma comunque assai importante: «Non tanto sul piano dei punti, quanto su quello del morale. Noi abbiamo raddrizzato una partita che sembrava persa e questo sul piano psicologico conta moltissimo. Sarebbe stata una settimana diversa con una sconfitta alle spalle. Lo stesso discorso vale per Barcellona. Noi non pensiamo a quella sfida, anche se è decisiva, ma pensiamo alla Roma, perchè sappiamo che un risultato positivo contro i giallorossi ci darebbe una carica maggiore al Nou Camp». Gli si chiede di Trezeguet, visto che il francese non parla delle proprie condizioni, la società nemmeno e Ferrara è il fratello maggiore dello spogliatoio bianconero. «Il suo infortunio - spiega Ciro - l'ho avuto anch'io e so che cosa si prova. Lui certo non è con il morale alto, perchè ne ha già passate tante in questa stagione e poi vedere i compagni che si allenano e non potersi aggregare a loro non aiuta certo ad alzare il morale. Però ha una voglia di rientrare grande come una casa e le sue vicende contrattuali non c'entrano niente. Lui deve rientrare quando si sente e lo farà presto, ma ci vuole il tempo giusto. I timori sono giustificati, ma in qualsiasi altro tipo di infortunio possono sorgere. Il fatto è che ogni calciatore ha una soglia di dolore diversa, anche se gli esami ti dicono che stai bene. E anche gli infortuni riservano forme di dolore diverse. Ma vedrete, David tornerà presto». Propio ieri, intanto, uno stringato bollettino medico dei bianconeri ha annunciato che Trezeguet ha svolto un lavoro a parte in palestra e poi, quando i compagni hanno finito il lavoro sul campo, si è presentato lui, per alcuni giri di corsa. È evidente che non ci sarà nè domani nè martedì prossimo a Barcellona. Il mistero sul suo recupero continua. Assente ieri anche Iuliano, vittima di una leggera tonsillite. Lippi non ha Zambrotta squalificato e ha pochi dubbi sulla formazione che scenderà in campo: sarà Pessotto a sostituire Zambrotta, Tudor a prendere il posto di Montero al centro della difesa, Di Vaio il partner d'attacco di Del Piero.

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