di TIZIANO CARMELLINI È l'ultima porta rimasta aperta per andare in Europa.
Ma Capello vuole una squadra libera da stress, che non pensi a difendere ma giochi la «sua» partita. Il momento è di quelli delicati e il tecnico giallorosso non ha dubbi sull'importanza del match. «Forse questo è tra i più importanti giocati negli ultimi anni, — attacca Capello — perché permette di passare il turno, ma un derby è sempre un derby, io lo sento. Come sento tutte le partite, ognuna ha qualcosa di diverso, ma l'approccio è sempre lo stesso». Non è l'unico obiettivo della stagione, ma ci si avvicina molto. Non nega. «Vincere significherebbe per noi fare qualcosa di positivo. Certi risultati si ottengono con la mente sgombra, ma anche con la qualità. E noi abbiamo dimostrato di averla. Il risultato a tutti i costi non ci condizionerà». Come dire che il 2-1 dell'andata deve uscire dalla testa dei suoi giocatori. E dall'altra parte ci sarà una Lazio appena sconfitta da un altro incontro di Coppa. Ma si trattatava della Uefa che Capello definisce «una competizione nettamente inferiore alla Champions». Quindi entra nel dettaglio. «Nella prima fase — spiega — tra le due coppe europee c'è una differenza netta di valori. Mentre i gironi eliminatori della Champions sono difficili subito, la Uefa entra nel vivo nelle semifinali: solo da lì iniziano le partite vere. Prima si può fare un vero e proprio turn-over: cosa che in Champions non è possibile». La Roma che arriva al quarto derby della stagione, non è al top fisicamente. Fuori Delvecchio e Cafu e con altri pezzi importanti a rischio. «Ci sono Panucci e Dacourt ancora non al meglio. Così come Antonioli e Lima che ha preso una botta durante la partita di domenica e oggi (ieri, ndr) ne ha accusato i postumi». Come sempre il tecnico giallorosso non si sbilancia sulla formazione che andrà in campo, ma l'idea generale è che Capello ricorrerà ancora al 3-5-2 che ha steso domenica scorsa il Parma all'Olimpico. «L'assetto ha dato risultati positivi — dice convinto — ho rivisto le partite e le cose hanno funzionato pur giocando contro squadre di valore». Due i dubbi. L'utilizzo di Aldair in difesa al posto si Panucci nel caso l'azzurro non ce la dovesse fare e la scelta di uno tra Montella e Cassano da affiancare a Totti in attacco. «Cercheremo di mettere in difficoltà la Lazio, senza permettere loro di venire in avanti e controllando il contropiede: è la loro arma migliore. Sono comunque bravi anche quando vengono aggrediti». Di amministrare la partita non se ne parla, Capello vuole vedere la sua Roma, quella che ha battuto il Parma e regalato all'Olimpico una giornata di bel calcio. «No, noi partiamo come fossimo sullo 0-0 — spiega Capello — non bisogna mai amministrare una partita perché è il momento in cui la perdi. E poi loro non hanno in testa solo il campionato per il quarto posto da raggiungere (e noi li abbiamo aanche aiutati). Ci aspettiamo che vogliano passare il turno. Anche nella gara di andata si parlava di Lazio2 per il turn-over. Non mi sembra che poi sia stato così». E per chiudere in clima non esattamente pre-partita, non poteva mancare una battuta del tecnico giallorosso sulle «telefonate» che arriverebbero da Milano per portarlo all'Inter. «Vero — spiega Capello — ricevo tutti i giorni telefonate da Milano... quelle dei mie figli che vivono lì». Sensi e la Roma possono stare tranquilli, Capello resta.