I «nonni» terribili del nostro calcio
Parliamo di tutti quei calciatori che pur essendo nati nei mitici anni '60, e dunque avendo superato i 34 di età, figurano ancora tra i protagonisti della serie A. Gente esperta che fa da chioccia ai giovani o su cui si punta quando bisogna navigare nelle tempeste di un torneo spesso burrascoso. Tra loro non dominano più i portieri, come accadeva una volta, ma i difensori, segno della longevità atletica che si è allungata rispetto a qualche anno fa, ma anche della voglia di affidare le retroguardie a chi ne ha viste di tutti i colori. Ecco dunque che i vari Aldair (37 anni), Costacurta (37), Sensini (36), Ferrara (36), Maldini (34), Mangone (34), Mihajlovic (34) e Couto (33) giocano sempre, o spesso, da titolari, mentre è più difficile trovare loro emuli a centrocampo o in attacco. Anche in questi reparti, però, abbiamo delle eccezioni e la più rilevante ci è data dalla straordinaria longevità di R. Baggio, che a 36 anni guida alla grande il Brescia, offrendo ancora spunti di classe e gol indimenticabili. Lo stesso che l'anno scorso fece Hubner con il Piacenza, tanto che a 35 anni riuscì a vincere la classifica marcatori insieme a Vieri. In declino, invece, è Batistuta, provato dai colpi alle caviglie subiti nelle dodici stagioni italiane, mentre il suo ex compagno in giallorosso Di Francesco è l'unico centrocampista quasi trentaquattrenne a giocare (e segnare) con una certa continuità. Un discorso a parte meritano i portieri, che da sempre godono di una carriera più lunga degli altri. Nella nostra lista ne troviamo otto, ma solo quattro di essi giocano titolari: Ferron, Berti, Bucci e Ballotta, con quest'ultimo che con 39 anni sulle spalle è in assoluto è il giocatore più anziano del campionato. Per gli altri c'è un ruolo di dodicesimo che se per il parmense Taffarel e il laziale Marchegiani era stabilito in partenza, al perugino S.Rossi e al romanista Antonioli è piovuto addosso nel corso di una stagione iniziata con ben altre prospettive.