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Lippi giustifica la Juve «Siamo ancora in corsa»

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Il tecnico avrà adesso da gestire anche lo spinoso caso-Del Piero in aggiunta alla serie di infortuni che sta minando l'equilibrio della squadra dall'attacco scontento costretta a schierarsi anche incerottata, ad aspettare il rientro di Trezeguet (a proposito buone notizie sul recupero del francese), registrare l'annuncio di un addio (Salas dal Cile chiede di essere ceduto). Vedere Alex reagire al cambio con un gesto plateale, rifiutare incroci di sguardi e strette di mano dei compagni, slacciarsi gli scarpini e sbatterli a terra, sfilarsi i parastinchi per scagliarne uno lontano dalla panchina è molto più di un semplice sfogo isterico dovuto in parte ai suoi acciacchi e ad una partita che la Juve ha mancato di vincere. In realtà, nonostante tecnico e giocatore cerchino di non alimentare polemiche giustificando chi la furiosa occasione persa e chi i nervi tesi, ad Alex non è affatto piaciuta la sostituzione con Di Vaio arrivata subito dopo un azione favorevole ai bianconeri sprecata da Alex (ingenuamente secondo Lippi «perchè il gol è arrivato dopo che ci eravamo trovati cinque contro tre nella loro area») e dalla quale è nato il gol del pareggio spagnolo che rende molto più complicata la strada per la semifinale europea. Cosa sta accadendo a questa Juve che per stessa ammissione del tecnico sta vivendo «un momento di tensione»? Niente dice Lippi che il giorno dopo, gettata via la faccia della delusione, nega un caso-Del Piero, ritrova fiducia, convinzione, fedeltà nella sua truppa lucida e razionale: «Vedrete, non è finita qui».

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