di SIMONE PIERETTI OPORTO — La Lazio naufraga in Portogallo.
La semifinale d'andata finisce 4-1 e la possibilità di arrivare a Siviglia, per giocare la finalissima, è un miraggio che sa di rimpianto. Tra due settimane all'Olimpico servirà un miracolo per strappare la qualificazione ai portoghesi. A nulla è valso, come detto, il vantaggio firmato Lopez. La squadra di Mourinho ha prima pareggiato con Maniche, poi ha affondato i colpi con Jorge Costa, Derlei e Postiga. Un diluvio di gol sotto il nubifragio vero, quello meteo, specchio d'una Lazio irriconoscibile. C'è Simeone Il tecnico presenta il classico 4-4-2, rinunciando all'idea di piazzare Fiore dietro l'unica punta Lopez. Accanto al Piojo c'è Chiesa, mentre a centrocampo c'è la novità Simeone, al posto di Giannichedda. In difesa spazio all'amarcord per Couto, preferito a Negro. Sulle corsie esterne Pancaro e Favalli dietro a Fiore e Cesar, laterali di centrocampo. Il Porto punta su Postiga e Deco, stelle del solido e consolidato spartito portoghese. Lopez fa 1-0 Il campo sembra un tavolo da biliardo e la banda Mancini ne approfitta per dare un saggio delle proprie virtù offensive, già al 6', firmando un fulmineo vantaggio. Cesar confeziona un tacco sublime per l'inserimento di Favalli, che alza lo sguardo e pennella un cross rasoterra per Lopez. La combinazione a velocità supersonica viene capitalizzata dal fendente mancino del Piojo. Potenza e precisione si fondono nel tiro del vantaggio biancoceleste, che sembra schiudere uno scenario idilliaco e invece scopri essere una beffarda illusione. Al Porto bastano 4 minuti per risalire la corrente e assestare il colpo del pareggio. Un'incursione centrale di Maniche non trova adeguata resistenza dalla mediana biancoceleste, assorta a indietreggiare. Il tiro dal limite si spegne in fondo alla rete, senza che Peruzzi riesca a deviarne la traiettoria. Porto sugli scudi I padroni di casa, dopo i primi, scoppiettanti dieci minuti, prendono in mano le operazioni: la Lazio soffre maledettamente, non riesce a far salire il baricentro e paga la mancanza d'un ariete capace di tenere in apprensione la retroguardia portoghese. Il Porto fa buona guardia, Chiesa si eclissa quasi subito e allora è un gioco da ragazzi smorzare le velleità della banda Mancini per affondare i colpi. Ci riesce con continuità, il Porto, prima con Postiga e poi con Jorge Costa, che intorno alla mezz'ora trova il tempo di deviare in gol un calcio d'angolo di Deco. La difesa biancoceleste si concede l'ennesima licenza ingiustificata, Peruzzi può poco e nulla, i padroni di casa passano in vantaggio. La pioggia sembra spegnere le residue capacità offensive della Lazio. Ci prova solo Cesar, la linea mediana affonda, Fiore non si vede mai, l'attacco è abbandonato al proprio destino. Insomma il Porto è padrone del campo: prima chiede un rigore, per una trattenuta galeotta di Couto in piena area ai danni di Derlei, poi è ancora Jorge Costa a sfiorare il gol. Un tracollo, Mancini si sbraccia ma la Lazio è in balìa dei portoghesi. Tracollo finale Il secondo tempo è un monologo portoghese. Peruzzi ci mette del suo e regala a Derlei il 3-1, subito dopo ci pensa Postiga, con un diagonale perfido a chiudere la pratica. Mancini cambia finalmente la Lazio: un Chiesa impalpabile lascia spazio a Inzaghi, Fiore, mai protagonista, cede il testimone a Castroman, ma è troppo tardi. È naufragio. E al ritorno mancheranno Pancaro, Favalli e Castroman, squalifcati. Per agguantare la finale ora servirà un miracolo.