UNA PAZZA idea chiamata Paolo Di Canio.
Anticonformista, sincero, originale, Di Canio ha incarnato l'essenza della passione popolare, almeno quella più audace e intransigente, se è vero che prima di incantare le platee disegnando arabeschi, il giovane Paolo era un fedelissimo della Curva, o meglio, proprio un «irriducibile» della Nord. E ora sono proprio loro, gli Irriducibili a chiederne un ritorno che sfuma nell'epopea romanzesca. «Come laziali è stato duro mandare giù tanti bocconi amari: negli ultimi anni Cragnotti ci ha regalato tante scelte sbagliate, e ora se ne stanno accorgendo tutti, ma se si dovesse andare incontro a un altro ridimensionamento sarebbe bello che la società pensasse ai tifosi, regalandoci almeno il ritorno di Paolo Di Canio». Fabrizio Diabolik, esponente del direttivo Irriducibili, sintetizza il pensiero dominante della Curva biancoceleste, che già nella passata stagione aveva dedicato una coreografia all'ex idolo, con tanti cartoncini, rigorosamente bianco e celesti, con ben impresso il nome dei sogni. «La nostra Lazio? Vogliamo 11 Di Canio», recitava il cubitale della Nord, che oggi rilancia e amplifica l'idea. «Sarebbe bello se Paolo terminasse la carriera a Roma, per poi trovare magari posto nella dirigenza. Si va verso un ritorno alle origini. Il calcio è stritolato nella morsa dei debiti, bisogna tornare indietro e allora facciamolo affidandoci a gente che ci faccia sentire vivi: Di Canio è l'emblema della lazialità, uno di noi». Diabolik si è sentito recentemente con la stella del West Ham, che a giugno si svincolerà a parametro zero. «Si, è vero, siamo amici. Credo comunque, nonostante l'età (Di Canio compirà 35 anni a giugno) che Paolo possa essere un punto di riferimento per la nuova Lazio. Quest'anno abbiamo creato un rapporto splendido con la squadra: forse perderemo qualche campione per questo sarebbe fondamentale trovare nuovi punti di riferimento proprio guardando nel passato. E poi lui non pensa all'ingaggio: è una questione di fede». La suggestiva ipotesi trova l'adesione di Moreno Roggi, storico manager del talento del Quarticciolo. «Paolo ha il contratto in scadenza: credo che nella Lazio troverebbe spazio. Lui tornerebbe di corsa, lasciando l'Inghilterra che è diventata una seconda patria. Non ne fa assolutamente una questione di soldi, lui vede sempre e solo biancoceleste. E poi credo che la nuova squadra biancoceleste avrà bisogno di due-tre veterani intorno a una promettente nidiata di giovani». Di Canio alla Lazio. Speranze e ambizioni, forse solo sogni. Quelli che non hanno davvero prezzo. Fab. Mar.