Mancini pensa al tandem Lopez-Inzaghi

La Lazio non vuole più nascondersi. Domani sera, nella tana portoghese, c'è in palio una fetta importante d'Europa. Lo sa Mancini, che ha ormai riposto in archivio il turn-over, lo sa la squadra che affila le armi in vista dell'infuocato confronto nel catino di Oporto. A lanciare la sfida ci pensa uno che con la squadra portoghese viaggia in una corsia preferenziale, per un trascorso che non si scorda mai. Fernando Couto è cresciuto con la squadra portoghese: l'amarcord si confonde con l'ambizione, per lui saranno novanta minuti dal sapore speciale, che rievocheranno un passato indimenticato. Il centrale lusitano, per l'occasione, tornerà titolare, accanto a Sinisa Mihajlovic. Una chance importante, da vivere con emozione, certamente, e da celebrare magari con una vittoria capace di schiudere le porte della finale alla creatura di Roberto Mancini. Le parole del difensore Con il Porto Couto ha debuttato in A. La prima di 107 presenze (e 10 gol) in cinque campionati, stagioni nelle quali ha conquistato tre titoli portoghesi, tre Supercoppe del Portogallo e tre coppe nazionali. Un sfida dalle emozioni forti per il difensore. «Con il Porto ho cominciato la mia carriera di calciatore, la mia famiglia è un po' in Italia e un po' in Portogallo, i miei più cari amici vivono a Oporto, per me non sarà facile affrontarli. Se segno, di sicuro non faccio la capriola...». Couto non ha alcuna intenzione di tirarsi indietro e Mancini lo manderà in campo al contrario di quanto lo stesso tecnico biancoceleste fece con gli ex Mihajlovic e Stankovic nella doppia sfida con la Stella Rossa. Quello però era il secondo turno, questa invece è una semifinale. O addirittura qualcosa di più. «Una finale anticipata - dice - noi e il Porto, che avrei preferito evitare, siamo le squadre più forti nel lotto delle quattro. Chi passa tra di noi vince anche la finale». Lo dice con convinzione, per lui la formazione di Mourinho non ha segreti. «Ma Mancini non mi ha chiesto nulla, sapeva già tutto. Ci troveremo di fronte una squadra molto organizzata e molto aggressiva, che sta dominando il campionato». Dopo 27 giornate il Porto ha 72 punti, 13 in più del Benfica secondo in classifica. «Sono una squadra decisamente offensiva, giocano con tre uomini alle spalle di una punta che si muove molto senza dare punti riferimento». «La difesa è molto alta, possiamo cercare di puntare sulla velocità per sorprenderli. Dovremo essere bravi a sfruttare eventuali spazi che ci potrebbero essere. Una difesa capace di arginare il loro potenziale offensivo e un contropiede micidiale sono le armi da mettere in campo per tornare da Oporto con un risultato positivo». La formazione Stankovic è pronto a stupire tutti. Il serbo ieri ha lavorato in piscina, regalando confortanti progressi. Mancini l'ha convocato e il centrocampista, c'è da giurarci, stringerà i denti per essere protagonista nella semifinale di Oporto. Per il resto spazio al consueto 4-4-2: in difesa Couto accanto a Mihajlovic, dubbio Pancaro-Oddo per la fascia destra, con Favalli sull'altra corsia, quella mancina. A centrocampo ballottaggio tra Simeone e Giannichedda, con Fiore e Cesar esterni. In attacco Mancini sembra orientato a concedere fiducia al tandem Lopez-Inzaghi, con Chiesa in panchina. L'alternativa prevede il ricorso al 4-5-1, con Fiore in appoggio al Piojo.