SINDROME DA 5 MAGGIO
Moratti infuriato, Cuper ancora più in bilicoSconforto in casa Inter dopo il pareggio nel posticipo del Meazza. Il presidente: «Abbiamo buttato via tutto»
Ma solo scegliere di incassare due gol a dieci minuti dal traguardo, pareggiare una partita che era obbligatorio vincere, rendersi la vita una montagna di incertezza. A questa Inter non le manca mai una buona ragione per farsi del male e - come ammette il difensore nerazzurro Fabio Cannavaro - «aumentare i sensi di colpa quando si sprecano occasioni così». Il 3-3 di San Siro contro una Roma indomita che ha approfittato dell'improvviso black-out nerazzurro per graffiare e avvelenare la domenica morattiana, pesa sulla coscienza. Gli stessi giocatori pur appellandosi alla speranza, all'orgoglio, ai numeri che ricordano come nei campionati recenti tutto si è deciso nelle giornate finali, ammettono «che sperare nel titolo è difficile» ma soprattutto che ormai la vittoria non dipende più solo dai loro umori ballerini. «Adesso gira male a noi, speriamo che poi passi anche agli altri» si augura Cannavaro che guarda con realismo a quella che sembra una corsa zoppa al tricolore. Il presidente Moratti è infuriato e non intende andare oltre con le parole convinto di aver detto il possibile e molto di più con quel categorico «abbiamo buttato via tutto» bisbigliato a fine partita, Hector Cuper è sempre più sotto accusa per scelte tattiche sbagliate o quantomeno opinabili (la sostituzione di Emre per Morfeo). Per una volta che riesce ad indovinare la formazione (addio al tridente boomernag con Batistuta in panchina e Recoba seconda punta) l'argentino di Santa Fè va a togliere un giocatore che sa difendere il pallone e subire falli per un altro che la palla l'ha persa nel momento meno indicato. Ma trincerarsi in una sostituzione sbagliata raddoppia solo i rimpianti. La solita Inter che non sa gestire le partite, che va al massimo o si infila in quel vicolo cieco che non è la sottile «paura di vincere» ma quella di governare le proprie ansie, domani sempre a San Siro avrà anche da scavalcare l'ostacolo Valencia, andata dei quarti di Champions League, immediata occasione di riscatto per Cuper affascinato dall'idea di eliminare la sua ex squadra, quella che contribuì a creare la sua popolarità di eterno piazzato. La situazione infortunati pesa: Vieri appare quantomai affaticato ma difficile si possa rinunciare ad un bomber che nel campionato italiano ha raggiunto il record di 24 centri eguagliando lo score di cinque stagioni fa con l'Atletico Madrid, Recoba ha subito un pestone ed è in dubbio. Con Batistuta indisponibile e Crespo non ancora al meglio, potrebbe servire Martins con le sue magiche capriole, quelle che hanno permesso ai nerazzurri di continuare il percorso in Europa. Al momento però alla Pinetina il Valencia appare assai lontano. Ad aleggiare, spinto anche da un vento robusto, c'è la sindrome del 5 maggio. E quella di uno scudetto che rischia di bruciarsi per la seconda volta.