Mancini guida l'assalto al Como (ore 15, Stream). «Voglio la Champions League» «Entriamo nel mese decisivo: le vicende societarie non devono influenzarci»

L'imperativo categorico di Mancini squarcia un orizzonte societario fatto di dubbi e attese. «Ora pensiamo solo a vincere», tuona l'ex genio blucerchiato che ha esperienza da vendere e chiede ai suoi ragazzi di traghettare le ambizioni oltre i condizionamenti, di non pensare ai contratti spalmati, agli stipendi in azioni e alle altre alchimie finanziarie coniugate ormai sistematicamente all'aspetto calcistico. «Questo gruppo è eccezionale, non si farà distrarre: entriamo in un mese decisivo, dobbiamo raccogliere i frutti del lavoro svolto fino a oggi». Chiaro e lineare, come il messaggio che vuole raccogliere oggi (ore 15, diretta Stream) dal suo gruppo: una vittoria convincente per consolidare quel quarto posto insidiato da Parma, Chievo e Udinese. All'andata, in una fredda giornata di novembre, l'esuberante corazzata biancoceleste impugnò lo spartito migliore: 3-1 con doppietta di Lopez e acuto di Simeone. Sulla panchina del Como c'era ancora Dominissimi: oggi l'amarcord propone Fascetti e sarà un'altra storia. Sarà più difficile, certamente, ma la Lazio non più permettersi passi falsi. Capitalizzare gli impegni casalinghi, con Como, Piacenza e Brescia, in fondo vuol dire mettere un'ipoteca sulla Champions League. Solo da stasera si potrà pensare alla Coppa Uefa e a quell'impegno col Porto che è un'altra scommessa da vincere. Le parole del tecnico Nessuna distrazione. Parola d'ordine che diventa un decalogo da seguire da oggi all'infinito. «Ci aspettano 4 settimane fitte d'impegni, il mio pensiero è rivolto solo a questo. Non c'è tempo per dedicarsi ad altre questioni che possono essere affrontate in altri momenti. I giocatori devono pensare a fare bene in campo, sarebbe deleterio non impiegare tutte le energie nelle gare da disputare e negli allenamenti. Il concetto è semplice: senza risultati in campo non c'è futuro». E sulla conversione degli stipendi in azioni Mancio glissa elegantemente. «Non ero presente all'incontro e sicuramente non condizionerò le scelte dei giocatori. Eriksson mi ha insegnato ad essere ottimista in ogni circostanza quindi non vedo nubi all'orizzonte, sono fiducioso sul futuro della squadra e della società». Infine la classifica, un rimpianto grande così. «C'è rammarico per non aver raccolto tutto quello che abbiamo seminato in questi mesi, per il gioco espresso. Purtroppo sono situazioni che nel calcio possono starci. Ci sono 24 punti a disposizione, possiamo ancora dare una sterzata importante al campionato in ottica Champions League, anche se il Como è una buona squadra. Sono in forma, non hanno nulla da pedere quindi rappresentano un pericolo da non sottovalutare. Serve una grande gara da giocare con estrema attenzione». Sulla panchina del Como c'è Fascetti, un pezzo di storia della Lazio. E le gesta del gruppo dei «-9» richiama temi attuali. «Quella Lazio portò a termine un'impresa straordinaria: Fascetti ed i giocatori dimostrarono una tenacia incredibile. Si, forse le situazioni delle due squadre si assomigliano». Esprime fiducia su Stam. «I medici hanno previsto un mese per il recupero ma io spero che stringa i denti e rientri in campo prima. Jaap è un duro e può farcela a disputare la gara di Modena o il derby di Coppa Italia. Comunque non mi preoccupo, questa rosa mi assicura altre soluzioni valide. «Non abbiamo ancora vinto niente, il nostro obiettivo è centrare quei traguardi che vedranno l'epilogo solo tra un mese». Il mercato Futuro vuol dire anche mercato: le sirene delle superpotenze del Nord continuano ad ammaliare i gioielli biancocelesti. Juve e Milan in pressing su Stam e Stankovic, l'Inter che strizza l'occhio a Mancini: ci pensa il tecnico a spegnere, almeno temporaneamente, la ridda di voci. «Ho un gruppo di 25 ragazzi, eccezionale, ma ora abbiamo troppe preoccupazioni per pensare al futuro assetto tecnico. E poi ci aspettano sette partite fondamentali per il presente e per il futuro: centrare il traguardo della Champions League sarebbe fondamentale. I nomi? Magari qualche giovane», con