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Intanto stasera la Roma affronta l'Inter al Meazza Non ci sarà Cafu al suo posto probabilmente Tommasi. In attacco Totti-Cassano: Tele+ 20.30

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Meno di ventiquattro ore per cercare di infrangere un tabù che dura da nove anni e riuscire così a centrare almeno l'obiettivo Europa. In otto gare si decide tutto: presente e futuro. Già, ma nonostante il momento, le attese per l'incontro di San Siro, a Roma si discute e ci si accapiglia per tutt'altro. Sensi spara a zero su Moratti, Batistuta e il mondo del calcio tutto. Capello risponde al suo presidente con il quale non parla da un mese e mezzo. «Solo buongiorno e buonasera» cose quotidiane di buona educazione, ma di colloqui e riunioni per fondare la nuova Roma nulla. «Io aspetto — spiega Capello — il presidente è lui ed è lui che deve organizzare l'incontro: io faccio l'allenatore e rispetto i ruoli». La risposta, secca senza possibilità di fraintendimenti o equivoci è chiara. Capello non ha gradito l'ultimatum (dieci giorni, ndr) recapitatogli a mezzo-stampa dal suo presidente. «Forse sarebbe meglio se parlasse con me invece che con i giornalisti. Sarebbe meglio se certe cose ce le dicessimo tra di noi piuttosto che attraverso i giornali». Anche qui poco da aggiungere. Ma lo sfogo di Capello, va a braccetto con quello del presidente Sensi, che all'ennesima uscita in pubblico (in Campidoglio per l'investitura dei nuovi dieci Cavalieri della Roma), ha di nuovo fatto fuoco e fiamme contro tutto e tutti. Prima bordata per l'ex Batistuta sul quale, dopo i «complimenti» dei giorni scorsi, rincara la dose. La cosa, inevitabilmente, coinvolge anche il suo «amico» Moratti. «Devo dire che mi dispiace che Moratti non abbia capito. Io ce l'avevo con Batistuta: lui parla di bilancio alla pari, ma è venuto a Roma, ha segnato venti gol il primo anno e vinto uno scudetto. Basta. Roma però lo ha pagato tantissimo e lui adesso fa l'ingrato: io questo non lo permetto». Quindi il presidente torna sul suo collega nerazzurro. «È un personaggio atipico del calcio italiano. Un giorno sta con te, il giorno dopo con Galliani e un altro chissà con chi...». Su presente e futuro Sensi ha, come sempre, le idee molto chiare. «Sono accaduti fatti accessori in questi giorni, ma io tengo alla verità. La Roma non ha paura di nessuno, è una società pulita: non abbiamo alleati. Il futuro? Auguro alla Roma di continuare come oggi. Abbiamo un grande futuro e per il prossimo anno costruiremo una squadra in grado di lottare al titolo. Lo sarebbe già adesso, ma quest'anno è stata sacrificata da certi personaggi del calcio che non esistono. Non sono entità fisiche. La Roma è la Roma e se non lo capiscono, lo capiranno. Ormai siamo una realtà e non ci smuoveranno ne i Carraro, ne i Galliani: quella è piccola gente». Parlare con Capello? Che problema c'è, la cosa sembra normale. «Lo facciamo sempre. Con Moratti invece non ce ne era bisogno». Tornado al tecnico giallorosso, che ha già in mente la Roma anti-Inter senza Cafu infortunato, resta da chiarire la questione Milan-Berlusconi. Lui cade dalle nuvole e giura di dire la verità, tutta la verità. «Vi posso garantire al 125% — spiega con fare convincente — che non ho avuto nessun contatto. Ho già detto che non tornerò mai al Milan e io mantengo la parola. Anzi — corregge subito dopo — ho detto che non tornerò mai ad allenare il Milan» cosa che lascia aperto uno spiraglio per un eventuale ruolo da dirigente (che si lui il Galliani del futuro?). «A Roma mi trovo bene e ho intenzione di passare qui i due anni che mi restano da allenatore» aggiunge per essere ancora più convincente. Ma stasera, c'è anche una partita da giocare. Capello lo sa e quando finalmente si arriva all'argomento «calcio», il suo volto s'illumina. «Saremo una mina vacante per tutti, visto che abbiamo come unico obiettivo la Coppa Italia. Adesso giochiamo le ultime partite con la testa libera e questo conta non poco. Collina? Io lo vorrei sempre, anche se come tutti gli esseri umani, può sbagliare. Però è uno che non si fa condizionare da nulla e da nessuno». Stasera vedremo anche quello.

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