Milan, assalto al Parma con Shevchenko-Inzaghi

La trasferta di Ancelotti al Tardini è un ritorno a casa, dove alla nostalgia delle gloriose panchine andate (dal '96 al '98) si mescola l'obbligo morale di batterla, affossarla confidando su rossoneri «concentrati e pronti per lo sprint finale e al meglio della condizione» e magari anche sulla cabala. Il gialloblù è un binomio che ha sempre portato bene a Carletto Ancelotti, anche da avversario: mai una sconfitta, cinque vittorie e due pareggi, quanto basta per strappare un sorriso in più. Al Milan è necessario continuare il trend positivo del suo allenatore per sperare ancora nell'aggancio alla Juve. «Mi piacerebbe rivedere la stessa squadra determinata, concentrata scesa in campo contro i bianconeri. A San Siro siamo stati perfetti anche dal punto di vista tattico». In campo dunque con il «rispolverato» 4-4-2 con Rui Costa a sinistra? Possibile. Modulo dunque non adatto alle caratteristiche dei gialloblù,, ipotizzabile una formula con Rui Costa alle spalle dei due attaccanti in modo da affrontare il centrocampo con Gattuso, Pirlo e Serginho. Il folto numero di impegni in questo mese decisivo impone al tecnico rossonero soluzioni alternative (e il turn over) pur lasciando intatto lo schema: Rivaldo sta bene ma sarà titolare martedì contro l'Ajax; Maldini sofferente al ginocchio sinistro è pronto a festeggiare la sua 502 partita in serie A battendo così il record in rossonero di Gianni Rivera, ma non a strafare per non rischiare troppi; Costacurta, premiato ieri con una medaglia d'oro dal vicepresidente Adriano Galliani per la 400/ma presenza in rossonero, sostituirà l'infortunato Kaladze. Arginare Mutu e Adriano, coppia d'oro da 25 gol in campionato, ma soprattutto sfaldare le geometrie tattiche del Parma in piena corsa per un posto in Champions League non sarà impegno facile: «È una squadra che ha giovani di qualità - avverte Carletto - Bisogna non lasciarli entusiasmare altrimenti sarà dura». Lo sa bene anche Cesare Prandelli, condottiero di un Parma nato per vincere in tre anni e ora alle soglie di una qualificazione europea che ad inizio campionato era quantomai insperata: «Servono punti importanti, è il nostro grande tragardo». Non potrà puntare su Nakata e Brighi, infortunati, ma su un gruppo umile e coraggioso. Che ama soprattutto rischiare.