«Macho» ha riportato la frattura di tibia, femore e setto nasale ed è stato operato d'urgenza. Rossi accusa: «Pista pericolosa»

Vista e sezionata la raggelante dinamica, a «Macio» Melandri, temeraria stella del motomondiale, poteva anche andare peggio il suo battesimo sui bolidi della MotoGp. Perchè cadere a Suzuka a 196 km orari dopo una piega a 90 gradi con l'asfalto che si fa pietra e vedersi catapultare la sua Yamaha bizzosa sulla testa e sulle gambe dopo che questa ha rimbalzato contro il muro di protezione, può costare molto caro. Spezzare una carriera o la vita stessa ad esempio e non solo la tibia, il condilo del femore o le ossa nasali che per un centauro impavido sono solo fastidiosi segni di coraggio e follia. Aver sfiorato la tragedia nelle prime prove della Gp del Giappone, tappa inaugurale della stagione, basterà forse a convincere gli organizzatori nipponici a cambiare con celerità il circuito, renderlo meno pericoloso, ascoltare le sistematiche e adirate proteste del «sindacalista» Valentino Rossi. Vedere il suo amico-collega intubato e trasportato in elicottero per un immediato intervento chirurgico all'ospedale di Yokkaichi reso necessario per ricomporre le fratture e arrestare l'emorragia causata dalla ferita alla caviglia (la prognosi è di 60 giorni), ha provocato nel campione del mondo una brusca reazione: «O si fanno modifiche alla pista o noi il prossimo anno qui non corriamo più. Ma dobbiamo essere tutti d'accordo. Il punto dove è caduto Marco è il più pericoloso di tutto il Mondiale». «È stato il peggior incidente della mia vita, la moto continuava a cadermi addosso colpendomi più volte» racconta anciora sotto choc Melandri che non ha mai perso conoscenza e intende subito ripremdresi il coraggio. Secondo il dottor Claudio Costa Macio potrebbe anche tornare a correre in occasione del Gp di Spagna, in programma a Jerez l'11 maggio. L'incidente ha condizionato in parte la giornata, dal meteo movimentato. Bagnato, umido, poi asciutto. In questo miscuglio di adrenalina e impavida incoscienza è sempre il solito Valentino con la sua Honda gialla davanti a tutti, soprattutto a Max Biaggi (Honda del team Pons) che ha preceduto Ukawa e la prima Yamaha, quella di Checa. La pioggia ha rovinato i piani della Ducati di Capirossi, il più veloce nelle libere del mattino ma solo 15/mo nella seconda sessione piovosa. Con l'acqua il bolide rosso annaspa. In 125 pole provvisoria per Alex De Angelis su Aprilia mentre nella 250 il più veloce è il padrone di casa della Honda, Hiroshi Aoyama.