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Tutti dietro a Rossi campione in carica Biaggi finalmente in sella alla nuova Honda Rc211v. Capirossi e la scommessa Ducati. Melandri all'esordio

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È quella che gli appassionati del genere aspettano da molti anni, quella che metterà di fronte, finalmente con la «stessa» moto, Rossi e Biaggi: i due fenomeni del moticiclismo. Due italiani davanti a tutti, così simili e allo stesso tempo infinitamente lontani. Stessa voglia di vincere, di annullare l'avversario, di primeggiare sempre. Diametralmente opposti come carattere, stile di guida, rapporti con il mondo. Uno vive a Montecarlo, ama il vino rosso e sogna un posto tranquillo dove rilassarsi. L'altro risiede a Londra, è pazzo di birra e ama il caos e il marasma-umano di Ibiza. È proprio quest'ultimo, Valentino Rossi, l'uomo da battere nella MotoGp: classe regina del motociclismo che conta. Il binomio con la Honda cinque cilindri Rc211v, è ormai indissolubile e continua ad essere vincente. Suo il record della pista negli ultimi test proprio a Suzuka. Non sembra temere quello che tutti definiscono il suo rivale diretto (Biaggi appunto), e con il solito fare strafottente punta il suo pronostico sul brasiliano Barros: non a caso da quest'anno in sella alla Yamaha ufficiale ex moto di Biaggi. «Sì — spiega convinto — l'uomo che temo di più è Barros. Sarà lui l'avversario più tosto». Ma subito dietro al folletto di Tavullia, c'è il rivale: sempre il solito, sempre lui, Max Biaggi. Il romano aveva mostrato un grande affiatamento con la nuova Honda, poi nei test invernali è un po' calato, ma in questi ultime prove cronometrate a Suzuka, è tornato ad essere tra i più veloci. La speranza del romano è che la Honda gli metta a disposizione del materiale di primordine. «Spero mi mettano in condizione di poter vincere» dice senza mezzi termini il quattro volte campione del mondo. Tra le sorprese, sempre rimanendo nel Made in Italy, c'è da tener d'occhio Capirossi e la nuova Ducati. Il binomio tutto italiano ha messo paura per velocità di punta a Barcellona. Adesso bisognerà vedere come l'imolese riuscirà a gestire l'enorme potenziale della bicilindrica di Borgo Panigale. I principali problemi sembrano arrivare dalle gomme: la Ducati consuma gli pneumatici in maniera impressionante. Capirossi però ci crede e lancia la sua sfida: «Attenti, quest'anno ci sarò anche io». Ultimo e il più giovane del gruppo italiano, l'esordiente Melandri. Macho non ha esitato e quest'anno ha fatto il grande salto in avanti. Fresco vincitore del campionato del mondo della 250, ha deciso di passare alla massima categoria. Correrà in sella alla Yamaha che lo scorso anno era di Max Biaggi e il suo obiettivo è chiaro: «Come primo anno — dice tranquillo — il mio obiettivo è quello di fare esperienza e magari riuscire a centrare un podio». Ma oltre agli italiani, c'è qualche mina vacante da tenere d'occhio. In primis proprio quel Barros tanto temuto da Valentino Rossi. Quest'anno il brasiliano avrà alle spalle il colosso nipponico Yamaha in veste «ufficiale». Poi, sempre dal Giappone, attenti ai nuovi talenti emergenti che hanno dalla loro la spinta del Sol Levante che da oltre un decennio sogna di vincere un mondiale con un pilota di casa. Uno su tutti il «piccolo» Kato, visto che il più esperto Ukawa ha già dimostrato in passato di non avere la stoffa del campione. Tra i «non» giapponesi, da verificare la competitività di Checa, ex compagno di Biaggi, rimasto alla Yamaha e il talento emergente spagnolo Sete Gibernau. Quest'ultimo potrebbe dire la sua.

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