Faccia a faccia col presidente Longo. «Nuovo proprietario dopo l'intesa sugli stipendi in azioni» «Il piano tracciato garantisce l'iscrizione al campionato. E non vogliamo cedere i gioielli»
Avvocato, tifoso e presidente della società, «un sogno che ho coronato sacrificando il mio lavoro», lo sguardo intriso di sincera passione, la mente rivolta a un domani da decodificare seguendo gli sviluppi d'un piano scrupoloso, tracciato nei dettagli. «La svolta è vicina, ne sono convinto. E i risultati sportivi ci aiuteranno. Conosceremo presto l'acquirente». Ugo Longo non ha dubbi: scaccia i nefasti nuvoloni della crisi da un orizzonte ancora colorato di biancoceleste. Dopo circa tre mesi di presidenza cosa pensa del futuro biancoceleste? «Sono fiducioso: grazie al buon senso dei giocatori ci tireremo fuori dalle difficoltà. Dopo l'accordo sulla conversione degli stipendi in azioni, potremmo iscriverci al campionato e affrontare con certezze assolute la campagna acquisti. L'intesa per noi è fondamentale. E la maggioranza della rosa ha dimostrato un'apertura importante nei confronti della società». La Lazio smobiliterà per garantire linfa vitale al bilancio? «Non vogliamo cedere i nostri gioielli, anche se in astratto il discorso non si può escludere. Il piano tracciato da Baraldi e Pessi, che stanno facendo un lavoro enorme, non prevede dismissioni: vogliamo mantenere invariata la competitività della squadra. E Mancini dovrà essere il perno del progetto». L'accordo con la Cirio è stato perfezionato? «Gli advisor stanno lavorando in questo senso: lunedì ci sarà un Cda, poi si stabilirà la forbice, con un prezzo massimo e uno minimo, da cui uscirà fuori il valore finale delle azioni. Sono fiducioso». L'aumento di capitale sarà integrale? «Spero che il mercato dia fiducia a questo piano e che contribuisca alla sottoscrizione dei 110 milioni per ricapitalizzare il club». I tifosi possono essere ottimisti? «A loro dico che devono continuare a starci vicino come hanno fatto fino a oggi, comprendendo il nostro particolare momento di difficoltà. Ci sono i presupposti per trovare l'acquirente e molto conteranno i risultati sportivi». Quarto posto, Coppa Uefa o Coppa Italia? «Non ci poniamo limiti: vogliamo provare ad arrivare fino in fondo in ogni competizione: abbiamo dimostrato di tenere testa agli squadroni del Nord. Questo gruppo è eccezionale, mi aspetto molto dai ragazzi». Se il nuovo proprietario le proponesse la conferma, rimarrebbe presidente? «No, non potrei ma sarei onorato per la fiducia. Ci sono due anime in conflitto: il tifoso contro il professionista, cioè l'avvocato». Che si sente di dire all'acquirente? «Che compra una società all'avanguardia. E che deve essere cosciente di investire in una Lazio competitiva: tutti tra poco saranno costretti ad adottare le nostre strategie. Il piano, come detto, è innovativo: noi siamo la Lazio». Il fiore all'occhiello sarà il settore giovanile? «Sicuramente. Il Cda stabilirà il potenziamento dell'organigramma. I nuovi campioni cresceranno nel nostro vivaio». Ieri intanto sono stati corrisposte le mensilità di ottobre e novembre, grazie alla cessione del credito Stream: il pagamento, con assegni circolari, è avvenuto direttamente negli spogliatoi. Stam ha percepito le mensilità di dicembre e gennaio. Ieri Baraldi ha anche incontrato Baffoni e Agresti, in pratica lo staff di Zaccheroni, per trovare una transazione sui compensi arretrati: i due sono disposti a rinunciare agli emolumenti per l'anno prossimo e si tratta sul 50% dei pagamenti relativi al 2002 e al 2003. Nelle prossime ore, tra oggi e domani, summit con i manager per il discorso-stipendi (i giocatori vogliono solo tre mesi in azioni). Capitalia stringe i tempi per il nuovo proprietario (Mediobanca capofila del collocamento): Colaninno e Merloni, con Calleri, rimangono le ipotesi più credibili.