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di RINO TOMMASI BATTENDO la Juventus a San Siro il 22 marzo il Milan ha impedito che la ...

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È vero che la storia recente del nostro campionato ci racconta di rimonte clamorose e di arrivi in volata. Nella stagione 1999-2000 la Lazio ha recuperato nove punti di svantaggio sulla Juventus negli ultimi otto turni, nel campionato precedente il Milan ne aveva recuperati sette alla stessa Lazio nelle ultime sei giornate. Sono stati casi limite, inoltre erano state conclusioni con due sole squadre impegnate nello sprint conclusivo. Questa volta le squadre sono tre perché tra la Juventus ed il Milan, divisi da cinque punti, c'è l'Inter che ha tre punti di meno della Juventus (ha mancato l'aggancio perdendo ad Udine) e due di più del Milan. Rimane l'impressione che la Juventus sia nettamente favorita più di quanto la classifica non dica e non solo perché deve giocare (come l'Inter) cinque partite in casa e tre in trasferta ma perché sembra più tranquilla. Mentre Lippi gode di una solida fiducia da parte della sua società, Cuper ed Ancelotti sono continuamente messi in discussione. In altre parole c'è la possibilità che la Juventus possa vincere questo campionato con qualche turno di anticipo. Se si considera che ci sono tre squadre che hanno già un piede in serie B si corre il rischio di un torneo che potrebbe lasciare in sospeso pochi e meno importanti motivi nella sua fase conclusiva. Ci sono da definire i quattro posti per la Champions League, ci sono da assegnare i due posti per la Coppa UEFA, per i quali è tornata in corsa la Roma ma che suscitano poche emozioni. Da quando la serie A ha adottato la formula dei tre punti a vittoria ci sono stati quattro campionati dominati dalla squadra campione. Nel primo, con il nuovo sistema, la Juventus vinse con ben dieci punti di vantaggio sulla Lazio, poi il Milan ha staccato la Juventus di otto punti, la Juventus ha superato l'Inter di cinque punti. Nel 1996-97 la Juventus ha vinto con due soli punti di margine sul Parma ma ne aveva sei a due giornate dalla fine. Insomma erano stati campionati che avevano portato acqua al molino di chi, come il sottoscritto, ha sempre sostenuto la formula dei playoff che mantengono aperta la questione scudetto anche dopo la conclusione della stagione regolare. Poi però ci sono stati quattro campionati tutti decisi negli ultimi novanta minuti. Il Milan di un punto sulla Lazio, ugualmente a Perugia la Juventus ha perso lo scudetto sulla Lazio, la Roma è stata obbligata a battere il Parma per evitare fastidi. Infine l'anno scorso l'Inter si è fatta superare dalla Juve. Oltre al rischio di verdetti che potrebbero essere pronunciati in anticipo, questo campionato ne corre uno ancora più grave. Purtroppo sta prendendo sempre più consistenza il sospetto, denunciato con chiarezza da Fair Play due settimane fa, che, a dispetto di una delibera del Consiglio Federale che ha escluso la possibilità di modifiche in corsa, a fine stagione non retrocedano in serie B le ultime quattro squadre della serie A e che soprattutto non scendano in serie C le ultime quattro della serie cadetta. Le motivazioni addotte si riferiscono a motivi di carattere sociale e di equilibrio geografico ma non giustificherebbero il vergognoso colpo di mano che invece è nelle intenzioni della Lega. È troppo chiedere alla Federazione un autorevole, convincente e definitivo gesto di difesa dei principi più elementari dello sport?

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