Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

SCIVOLATA sotto il 10% di share, la Domenica Sportiva scippa Pippo Inzaghi a Controcampo per passargli ...

default_image

  • a
  • a
  • a

Proprio quello che forse vogliono i designatori Bergamo e Pairetto, improvvisamente solleciti nell'elogiare (tramite l'ufficio stampa della Federcalcio) il guardalinee Ivaldi, cioè l'ultimo scopritore di fuorigioco irreali sublimato da questa primavera angosciosa. Certo, la circolare ministeriale senza precedenti - sul primo gol milanista rifilato subito agli juventini - scandalizza soprattutto chi aspettò invano pubbliche spiegazioni mentre sopportava danni pure più evidenti e vistosi. Cosa nasconde l'abbandono dei silenzi istituzionali, che Adriano Galliani pare approvare pro domo sua durante Novantesimo Minuto? Urge smentire Paolo Casarin, grillo parlante o reprobo che giudica lo stesso episodio secondo i regolamenti internazionali e ritiene quindi posizionati irregolarmente tanto Shevchenko quanto Inzaghi? Il vicepresidente rossonero abbraccerebbe volentieri davanti alle telecamere Trefoloni e i suoi collaboratori, salvo accrescere lo stupore presumibile di Franco Sensi quando afferma: «Puntiamo ancora con fede verso il possibile scudetto, privilegio raggiunto sempre dagli inseguitori nei precedenti quattro campionati. Speriamo accada una quinta volta». Impudente dottor Jekill e Mr. Hyde dei nostri giorni sventurati: distante cinque punti dal vertice, pretenderebbe d'usare il potere berlusconiano anche per modificare le procedure del trionfo giallorosso di due anni fa, cavalcata riuscita resistendo in testa lungo trentaquattro partite. E nessuno fra gli opinionisti Rai osa correggere l'imprecisione, quasi risultasse giusto lasciar prevalere su ogni argomento la sudditanza rintracciabile nel familiare salotto-Piccinini. Dove in previsione di Roma-Milan, prossimo 27 aprile, l'opportunismo suggerisce di sponsorizzare le confidenze strappacore che Totti avrebbe riservato ad un cronista targato Controcampo, emanazione su carta stampata dell'omonimo talk-show. Ci provano Abatantuono e Cesari, davvero affascinati dal seguente pronunciamento attribuito al campione di Porta Metronia: «Non ripudierei Trigoria perfino se sprofondassimo in C2; e comunque devo ammettere che mi ritroverei meglio tutelato scegliendo l'aristocrazia nordista». Poi, beata sincerità, Elisabetta Canalis rovina la messinscena propedeutica al raddolcimento dell'asso troppo spesso denigrato da buffoni, imitatori, nani e colleghi invidiosi. Ne derivano disagi visibili, non appena l'ex compagna di Vieri puntualizza petulante: «Il destino restituisce importanza ai romanisti, prima dell'epilogo stagionale. Diventeranno arbitri supremi, cui raccomandarsi l'anima. E Ancelotti, l'unico impegnato fuori casa fra i pretendenti superstiti, rischierà l'uppercut definitivo. Capitan Francesco non perdona. Capello non dimentica il gol fasullo che avvelenò la sfida d'andata». Sembrano presagi di replica bianconera, nonostante gli esorcismi rossonerazzurri e i tentativi d'equiparare Totti ad un letterato prestato alla gloria dei piedi. Ma in piena psicosi, Mosca ricorda che pure Roby Baggio affronterà presto i tre club lanciati nello sprint conclusivo. E che castigherà solo l'odiato Lippi, rendendo sfrenati sogni interisti già ravvivati dalla doppia vittoria contro i capitolini e nel derby ricco. Complimenti, lo sfigato Cuper ringrazia commosso.

Dai blog