Intransigenza sul fronte-stipendi: «I compensi pattuiti non si toccano». Doping, «sì» ai controlli incrociati
Il presidente dell'Aic: «Favorevoli al tesseramento di stranieri ma con l'obbligo di schierare un nucleo azzurro» Campana: «In campo vogliamo sempre 6 italiani»
Lo stesso Campana ha anche spiegato di aver respinto le dimissioni di Pavel Nedved dal sindacato. «Lo aspetto alla prossima assemblea dell'Aia, in programma il 14 aprile per convincerlo che sul tema degli extracomunitari non siamo né razzisti né discriminatori». Tanti gli argomenti sul tappeto e non è un caso che il presidente del sindacato calciatori si sia recato a Coverciano per sondare gli animi degli azzurri. «D'altronde mai come adesso - ha dichiarato — è importante una presa di posizione sulle questioni più delicate e d'attualità». A iniziare dal doping: dalla prossima stagione, fa capire il presidente dell'Aia, non è escluso che anche la Federcalcio italiana decida di introdurre i controlli incrociati sangue-urina come già rientra nei progetti della Fifa e come a breve potrebbe richiedere anche la Uefa. Perchè avvenga però serve il consenso da parte dei giocatori ed è proprio di questo che stamani l'Aia ha parlato con gli azzurri. «Da parte di tutti ho trovato molta attenzione e disponibilità anche perchè riguarda la tutela della loro salute - ha detto Campana - ora si tratterà di capire se le analisi verranno svolte da laboratori italiani o stranieri e se il tutto sarà di competenza della Figc, del Coni o del Ministero della Sanità». Altra questione affrontata quella relativa agli extracomunitari. «La nostra linea politica non è nè razzista nè discriminatoria — ha ribadito il presidente dell'Aia — ma non possiamo non sottolineare come negli ultimi anni ci sia stata una eccessiva presenza di giocatori stranieri di qualità non proprio eccelsa. Basti pensare che le società italiane hanno dirottato all'estero oltre 1500 miliardi delle vecchie lire. Quindi bisogna fare un passo indietro». Ecco la proposta: «Siamo favorevoli al libero tesseramento di tutti i giocatori stranieri, extracomunitari e non, ma con l'obbligo da parte di ogni squadra di schierare sempre un minimo di 6 giocatori arruolabili per la nostra Nazionale. Sto lavorando con il presidente federale Carraro per arrivare a questo. Intanto da parte degli azzurri ho trovato adesione». Inevitabile infine un accenno al problema-stipendi: «La posizione dell'Assocalciatori è chiara, i compensi pattuiti non si toccano: però abbiamo partecipato ad una delibera del consiglio federale secondo cui per quest'anno le società possono presentare le quietanze liberatorie fino al 31 gennaio, con il pagamento cioè del 60% dei compensi, mentre il restante 40 può essere saldato entro il 31 dicembre». Particolarmente chiamato in causa Stefano Fiore. «Il sindacato ci ha fatto capire di essere vicino a noi della Lazio e a tutti quelli che militano in club in difficoltà: ma per quanto riguarda la nostra società sappiamo che il futuro dipende molto da noi giocatori. L'accordo è a buon punto però ci sono ancora molte questioni aperte come la diatriba tra la Cirio e i nuovi dirigenti in relazione al collocamento delle azioni e la mancanza di punti di riferimento a livello di presidenza».