Atti violenti a Napoli indagati otto poliziotti
Nel mirino del gip del tribunale di Napoli finiscono otto agenti di polizia impegnati in servizio di ordine pubblico allo stadio San Paolo per la quarta giornata di campionato, Napoli-Livorno, chiusa con la sconfitta di misura degli azzurri per 1-0. Uno dei poliziotti ha ricevuto avviso di garanzia. Dovrà essere interrogato. Gli altri sette sono stati chiamati a comparire davanti al giudice per chiarire la dinamica degli scontri. Al termine dell'incontro, la delusione degli ultrà azzurra si sfoga con una durissima contestazione contro i vertici della società di Soccavo. Nel mirino dei tifosi finisce il presidente Salvatore Naldi. Colpevole, a loro giudizio, di non aver effettuato una campagna acquisti in grado di rendere davvero competitiva la squadra del cuore. Gli incidenti non sono particolarmente violenti, ma segnano l'inizio della contestazione contro l'erede di Giorgio Corbelli alla presidenza del Napoli. La polizia è costretta a regire. Carica gli ultrà più facinorosi e violenti. La decisione della magistratura ha provocato sconcerto e malumore di solito impegnati in servizio di ordine pubblico. Tocca ai funzionari della Questura stemperare la tensione. Il provvedimento del gip, spiegano in via Medina, si concentra in realtà su un solo poliziotto, invitato a comparire dal magistrato per chiarire la dinamica degli incidenti. L'inchiesta nasce dall'esposto presentato da uno dei tifosi fermati nel corso dei tafferugli, che aveva sostenuto di essere stato picchiato dalla polizia. Lo stesso giovane avrebbe identificato l'aggressore nel poliziotto che lo aveva fermato e malmenato. L'informazione di garanzia, sostiene la Questura, è un atto dovuto emesso anche per tutelare i diritti dell'agente chiamato in causa dal tifoso a sua volta denunciato.