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di TIZIANO CARMELLINI VINCERE con il Piacenza, oggi all'Olimpico (Stream ore 15), per ...

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Già, perché a quello, secondo il nuovo diktat di Capello, ci si penserà in settimana quando il tecnico e Sensi si incontreranno a Trigoria per discutere della nuova Roma: quella della prossima stagione. «Vero, ma adesso pensiamo al Piacenza. Servono tre punti per affrontare con la giusta serenità i prossimi tre delicatissimi incontri (Inter, Parma e Juve)». A questo punto della stagione quali sono gli obiettivi? «Vincere tutti gli incontri che ci sono rimasti e per farlo serve la voglia e l'umiltà dimostrata contro l'Ajax. Ho detto esattamente questo ai ragazzi». E gli obiettivi futuri? «Di quelli parleremo nei prossimi giorni con Sensi». Non lo avete già fatto ieri? «No, il presidente è passato solo un momento e per i progetti futuri dovremo incontrarci di nuovo». Sarà una rifondazione? «No, non credo che ce ne sia bisogno. Bisogna solo fare dei giusti ritocchi». È finito un ciclo? «Anche su questo non sono d'accordo. In tre anni abbiamo raggiunto obiettivi che firmerei per raggiungere in ogni squadra. Uno scudetto, un secondo posto e quest'anno siamo fuori dalla Champions ma abbiamo dimostrato di valere le squadre che si sono qualificate ai quarti». Con Sensi quale strategia adotterete? «Decideremo insieme, acquisti e obiettivi. Ovvio che per questo c'è bisogno di chiarezza nei programmi. Con certi acquisti possiamo puntare a obiettivi di un certo tipo, altrimenti cambia tutto. L'importante è essere chiari». Ma lei sente ancora la fiducia del presidente? «Lui può decidere quello che vuole. Io ho dato la mia disponibilità ad allenare la Roma e non solo per il mio contratto: parleremo tranquillamente di tutto». Insomma lei resta? «Non rientra nel mio carattere fare le cose a metà. O le faccio una cosa della quale sono convinto, o altrimenti non la faccio». E se Sensi le chiedesse di rivedere il suo contratto che, tra l'altro, è uno dei più onerosi dell'intero campionato (4 milioni di euro ,ndr)? «È un problema che possiamo affrontare. Parleremo anche di questo, ma una decisione deve essere presa, lo deve essere anche nelle cose che dico io. I prezzi dei calciatori si sono abbassati e con loro gli ingaggi. Ma se negli anni scorsi si è fatto il passo più lungo della gamba, adesso lo si vuole fare più corto del necessario. Si può discutere di tutto, ma non c'è mai equidistanza». Quanto c'entra lei in questa stagione da dimenticare? «Ho sempre cercato di fare il mio meglio, purtroppo però i risultati non sono arrivati. Come tutti mi prendo la mia parte di responsabilità: l'allenatore sono io. Ma in un'analisi seria va messo tutto: gli arbitri, i gol sbagliati e quelli subiti. Alcuni giocatori che ci sono mancati in certi momenti ». Cosa pensa dei contratti a rendimento? «È difficile, perché per salvare il calcio si propongono tante cose, ognuno esprime la propria idea, poi bisogna fare delle valutazioni. Non mi sembra che nello sport ci siano contratti del genere».

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