Basket I giallorossi battono nettamente la capolista Treviso Quanto sei bella Virtus La Benetton senza scampo
In un Palazzetto finalmente strapieno d'amore ed entusiasmo la Virtus Roma ha siglato il definitivo patto con i propri tifosi. La firma l'hanno messa la squadra intera, chi è andato in campo e chi no, i tecnici e lo staff dirigenziale che con la vittoria sulla Benetton Treviso capoclassifica, 86-80, hanno raccolto la definitiva consacrazione. Roma è di diritto tra le grandi, perchè ha cuore e tecnica, e se la gente saprà regalare alla squadra emozioni come quelle vissute ieri a Viale Tiziano si potrà pensare in grande. Squadra da scudetto? Forse ancora no. Perchè alla fine la panchina di Bucchi non offre quella profondità che è carattersitica proprio di Treviso, Cantù e Siena. Ma per migliorare ci sarà tempo. Intanto si va avanti con delle certezze. Come quella chiamata Anthony Parker, uno dei migliori stranieri mai giunti in Italia. Ogni commento per quello che questo giocatore di classe eccezionale è capace di compiere rischia di essere ripetitivo e se ancora Brunamonti aveva bisogno di un colpo di mercato per essere giudicato, l'ingaggio del «professore» lo promuove tra i big. Parker sugli scudi, ma per superare la Benetton è servita una prova corale di grandissima intensità. Soprattutto in difesa dove la squadra di Bucchi è stata capace di tenere a 80 punti una squadra che in campionato viaggia a 93 di media. È stato eccezionale Jenkins nel limitare Edney, non ingannino i 20 punti messi a segno, nelle sue scorribande. Ma ciclopico è stato Myers, motivato come non mai, capace nel finale di sbucciarsi le ginocchia per recuperare un pallone. Solidissimo Parker, utile Tusek, decisivo Righetti che dopo la consueta «pennichella» inziale ha regalato due tiri da tre decisivi. Peccato che il terzetto arbitrale abbia messo fuori gioco Tonolli. Due falli immediatamente per lui, ma Roma non ha vacillato. Chiusi sotto i primi 10', 21-23, la Virtus ha stretto le maglie difensive ed ha trovato in transizione i punti che hanno spaccato in due la partita. 50-35 all'8' del secondo quarto con punti da tutti, 3 di spessore per Bonora, e poi all'inzio dei secondi 20' addirittura + 17 (57-40). Benetton morta? Neanche a pensarci. La zona ordinata da Messina ed il quarto fallo di Santiago hanno riportato in vita i trevigiani. È stato allora Righetti con due tiri da 3 a portare il suo determinante mattoncino prima della prepotente schiacciata di Santiago, azione-simbolo di questa squadra. Nel ruggito del portoricano, che ha scatenato la folla, c'è tutta la Virtus. Che ora punta su Trieste, per dimostrare di meritare il paradiso.