Ibrahimovic: «Aspetto una chiamata di Sensi»

Quello della Roma, neppure troppo nascosto, si chiama Zlatan Ibrahimovic. E lui si presenta. Stasera sul prato dell'Olimpico sarà l'uomo più temuto dai giallorossi. Un metro e novantadue centimetri di talento, andati in gol già cinque volte in questa edizione della Champions. Un bel biglietto da visita, non c'è che dire. Anche se poi la Roma lo conosceva già. Il non ancora ventiduenne svedese è da tempo nel mirino della società di Trigoria. Ieri a seguire il suo allenamento c'era anche l'uomo-mercato giallorosso Baldini, che in attesa di sapere su quale budget potrà contare per il futuro non smette di seguire il giocatore. Spesso il presidente Sensi si addirittura sbilanciato con grandi attestati di stima nei suoi confronti: praticamente un obiettivo dichiarato. E' arrivato ieri con la sua squadra a Ciampino. Alto, sorridente, divisa grigio scuro e cravatta bordeaux. Pronto a giocare una gara decisiva in uno stadio che un giorno potrebbe essere il suo. "Se mi piacerebbe giocare alla Roma? E' una grande squadra e questa è una città stupenda. Certo che sarebbe bello. Ma ho richieste anche dal Betis Siviglia e da alcune squadre inglesi. Italia, Spagna o Inghilterra, per me, non farebbe differenza: sono tre grandi campionati". La Roma però lo cerca da più tempo e Zlatan lo sa bene. "Per ora non c'è stato nessun contatto. Io all'Ajax sto molto bene. Sensi dice di volermi, ma io aspetto che si faccia sentire. E' normale che la sua stima mi faccia piacere, quando mi chiameranno valuterò la cosa. Io - continua lo svedese - ho un contratto con l'Ajax fino al 2006 e se la società non mi fa sapere nulla io continuo a pensare che non ci sia nulla di concreto. Totti? E' un grandissimo campione. Giocare con i campioni farebbe sempre piacere". Stasera, per lui, una gara particolare. "E' una trasferta atipica per l'attenzione che c'è su di me. Questo stadio è bellissimo e sarà una gara equilibrata, da vedere". Alla vigilia del match, intanto, Koeman parla chiaro. "Non veniamo qui per pareggiare. L'Ajax è una squadra programmata per andare alla ricerca del gol e del gioco. Della Roma non mi fido, anche senza Totti e Samuel. L'unico nostro vantaggio sono i punti in più che abbiamo". Lui, insomma ci crede. Gli porta bene., in fondo, l'Italia. Il suo gol ai supplementari contro la Sampdoria in finale di Coppa Campioni del '92 ha tolto a lungo il sonno a Pagliuca.