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Terzo pareggio consecutivo per i rossoneri bloccati al Granillo

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La Reggina frena il Milan

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E l'undici di Ancelotti l'ha perso, raccogliendo il terzo pareggio consecutivo che di fatto allontana sempre più i rossoneri dal tricolore. Un Milan opaco nel primo tempo ed appena sufficiente nella ripresa che ha sbattuto la testa sul muro eretto da una Reggina che si conferma squadra di livello dopo l'avvento di De Canio. Nessuna novità nelle formazioni di partenza rispetto alle previsioni della vigilia. I calabresi recuperano Cozza dopo la squalifica, mentre Ancelotti schiera Inzaghi unica punta con Rui Costa e Rivaldo alle sue spalle. In difesa Costacurta affianca Nesta al centro e Maldini scivola a sinistra per sostituire l'indisponibile Kaladze. Sulla corsia di destra si muove Simic, mentre a centrocampo Pirlo è affiancato da Gattuso e Seedorf. Parte bene la compagine rossonera, ma si fa viva dalle parti di Belardi solo con una bella discesa di Seedorf. Lo scampato pericolo scuote i padroni di casa, che già sul ribaltamento di fronte si rendono insidiosi. Velo in area di Bonazzoli, ma Di Michele è in ritardo e l'azione sfuma. Al ventunesimo un goffo disimpegno difensivo di Costacurta mette Diana nelle migliori condizioni per battere a rete, ma la sua conclusione è troppo centrale e non crea problemi a Dida. Il Milan è poca cosa. Ancelotti mischia le carte ed inverte le posizioni di Rui Costa e Rivaldo per dare più sostanza al reparto avanzato. Maldini va vicino al gol al ventitreesimo, ma il suo bel diagonale esalta Belardi che si salva in angolo. Il finale di tempo è tutto di marca amaranto. Prima con Nakamura, il cui calcio d'angolo supera tutta l'area ma nessuno riesce a correggere a rete. Sempre da un calcio piazzato del giapponese parte l'azione più pericolosa della prima frazione. Il fantasista scodella in mezzo, la difesa ropssonera «buca» colpevolmente ma viene graziata da Bonazzoli che vede la palla solo all'ultimo momento e colpisce il palo a porta sguarnita. Nessuna novità alla ripresa delle ostilità, neanche per quel che riguarda gli atteggiamenti. Il Milan deve vincere, ma non fa nulla per meritarselo, anche se in avvio Rui Costa e Seedorf si fanno pericolosi con due conclusioni dalla distanza. Al diciottesimo Ancelotti toglie dal campo un impalpabile Rivaldo ed inserisce Tomasson. Lentamente i rossoneri crescono, oggettivamente più per demerito dei calabresi, tornati in campo in riserva dopo un primo tempo di grande intensità. Il Milan ha ormai in mano il pallino del gioco, ma continua a latitare al momento di piazzare la stoccata decisiva. L'espulsione di Belardi a dieci minuti dal termine (fallo di mano fuori area) rende palpitante il finale. E' ormai un monologo degli ospiti, ma l'assedio finale produce ben poco. Per Ancelotti si prevede un'altra settimana di passione.

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