la polemica
Lucarelli stronca le teorie del Sanremo "patriarcale": "Le donne? Canzoni fiacche"

Ospite tutte le sere al DopoFestival e pronta, nel corso della settimana sanremese, ad aggiungere quel pizzico di pepe che accende il dibattito, Selvaggia Lucarelli è intervenuta oggi via social sulla questione emersa nelle ultime ore. Dopo che Giorgia è stata esclusa dalla cinquina finale ed Elodie, nello spazio guidato da Mara Venier, ha preso di petto la stampa accusandola di non aver sostenuto a sufficienza le donne, la giornalista ha voluto fare chiarezza sulla polemica che ha definito "sciocca e pretestuosa". Il problema, secondo Lucarelli, non sta tanto nel diverso trattamento riservato a uomini e donne ma è "musicale": "Le donne avevano mediamente (con poche eccezioni) canzoni più deboli e non c’erano nomi con una forza trainante come quello di Olly per le nuove generazioni. I nomi più forti come quello di Elodie avevano canzoni fiacche e questo è un fatto che non dovrebbe scomodare questioni di genere. Ci sono stati anni in cui sul palco c’erano tre donne, per esempio nel 2012 quando vinse Emma grazie alla sua fanbase e con lei Arisa e Noemi al secondo e terzo posto. Lo scorso anno ha vinto Angelina, che se non sbaglio è una donna", ha scritto sul suo profilo Instagram.
Il caso Giorgia, per il quale il pubblico dell'Ariston si è indignato, "non può rappresentare la prova certa della discriminazione nei confronti delle donne. Giorgia è una cantante incredibile ma da anni non ha un vero mercato, le nuove generazioni possono stimarla ma non vanno ai suoi concerti e non ascoltano la sua musica", ha continuato la giornalista. Quindi la bordata a chi sostiene che si sia trattato di un Sanremo patriarcale: "Sulle donne in questo Festival fatemi dire due cose. Rispetto ai Festival di Amadeus l’ho trovato molto più avanti. Vabbè, facciamo più avanti e basta. Nessuna si è dovuta guadagnare il palco con monologhi su discriminazioni razziali, fatica di essere belle, letterine alla sé bambina. Ho visto professioniste che non dovevano legittimare la loro presenza con temi portati da casa. Ho visto Cucciari e Follesa prendersi il palco, Balti rimettere a posto il conduttore e così via. Insomma. È stato il Festival della normalità, ma non del patriarcato", ha concluso.