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Sanremo sul Nove? Warner piomba sul Festival, la voce esplosiva. E la Rai...
Per il Tar della Liguria è "illegittimo l'affidamento diretto alla Rai, da parte del Comune di Sanremo, dell'organizzazione del festival", e per le prossime edizioni a partire dal 2026 si dovrà procedere "con una gara aperta agli operatori del settore". E sul festival di Sanremo piomba Warner Bros: dal colosso di Discovery finora regna il silenzio anche se a quanto trapela la kermesse interessa moltissimo, riporta LaPresse secondo cui l'emittente sarebbe "pronta a qualsiasi investimento economico" pur di riproporre dal 2026 il festival con il grande ritorno di Amadeus, ma sul Nove. Il conduttore, passato a Discovery dopo aver diretto e condotto le ultime 5 edizioni del Festival con la Rai, sul caso della sentenza Tar Liguria non ha ancora voluto rilasciare dichiarazioni, soprattutto per rispetto nei confronti dell’amico e collega Carlo Conti oltre che per la sua ex azienda. Nella stessa squadra del Nove, c’è anche Fabio Fazio, anche lui più volte salito sul palco dell’Ariston come conduttore.
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Ma viale Mazzini non sta a guardare. Per quanto riguarda il ricorso alla sentenza del Tar della Liguria i legali sia del Comune di Sanremo sia della Rai sono al lavoro per analizzare e controbattere alle condizioni elencate dai giudici amministrativi. Il sindaco di Sanremo Alessandro Mager ha sottolineato la posizione sua e della giunta: "Ritengo opportuna la necessità di continuare a sostenere e difendere le nostre tesi in tutte le sedi opportune. A prescindere dall’esito del ricorso, tuttavia, è importante fin da subito attivare tutte le procedure idonee a ottemperare alla sentenza, anche in considerazione del fatto che la convenzione tra Comune di Sanremo e Rai sarebbe comunque scaduta l’anno prossimo". La Rai farà altrettanto, seppure ben consapevole che tutto sommato è più Sanremo che Viale Mazzini a rimetterci, salvo ovviamente se Warner Bros o qualche altro acquirente in grado di spendere cifre corpose dovesse acquistare i diritti, che la Rai paga tra i 5 e i 6 milioni di euro ogni anno. La Rai, cambiando il nome del format, togliendo Sanremo, e lasciando il ’Festival della Canzone Italiana' potrebbe organizzare la kermesse ovunque: già al vaglio le ipotesi di Napoli o Torino, dove ci sono sedi importanti dell’azienda per la quale in quel caso i costi diminuirebbero assai.