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Roma, esplode la "Tananai mania": da "Sesso occasionale" a "Tango"

Valentina Bertoli
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La «Tananai mania» è deflagrata nel giro di pochissimo tempo. Da quel 25esimo posto al Sanremo 2022 con «Sesso occasionale», tra esultanze apparentemente ingiustificate e qualche nota presa male, al trionfo indiscusso con «Tango» nel 2023, il passo è stato davvero breve. Se al cantautore di Cologno Monzese, all’anagrafe Alberto Cotta Ramusino, avessero ripetuto il famoso refrain sugli ultimi e sui primi (che, diciamolo, il più delle volte è solo un antidoto alla delusione), non ci avrebbe creduto nemmeno lui. Eppure la storia insegna: anche Vasco Rossi nel 1982 chiuse il Festival da fanalino di coda e la sua carriera decollò. Il momento del riscatto, spesso, arriva per chi sa fare della propria arte una possibilità.

 

 

Nato produttore e passato poi al pop da protagonista, il 29enne ha spiccato il volo fino a diventare un punto di riferimento del genere. Oggi, con alle spalle una corsa a perdifiato di pezzi suonatissimi e riconoscibili, Tananai è uno dei cantautori che più possono abbandonarsi all’abbraccio di un pubblico caloroso. Stasera, in un Palazzo dello Sport pieno fino al limite concesso, dimostrerà, con la tipica nonchalance di chi ha un sorriso che fa scivolare le cose, che non prendersi troppo sul serio ma avere rispetto di quel lavoro che chiamano fare musica è la strada per sentirsi capiti e coccolati. A guidare il «CalmoCobra» tour è il suo, omonimo, secondo album. Quello del banco di prova e delle aspettative alte (già confermate dai numeri). Un disco che nasce dal bisogno di uscire per un po’ dal frullatore del mercato e dei pezzi come prodotti da esporre in vetrina e dalla naturale necessità di riconnettersi con la realtà e con gli affetti. «CalmoCobra è quello che mi diceva il mio manager, di darmi una calmata quando vedeva che non ero più io al 100%», ha confessato Tananai.

 

 

Nuove canzoni come «Ragni», «Punk Love Storia» e «Booster» si alterneranno a vere e proprie hit da certificazione come «Baby Goddamn», «Veleno» e «Abissale». Il colpo di magia con cui farà ancheggiare i più ingessati, poi, sarà «Tutte storie brevi», il tormentone, ideato con Annalisa, che la scorsa estate ha incendiato folle di persone di tutte le età. Accompagnato dalla sua band (Enrico Wolfgang, Leonardo Cavion e Riccardo Onori alle chitarre, Daniel Bestonzo alle tastiere, Lucio Enrico Fassino al basso e Donald Renda alla batteria), l’artista sposerà lo spirito del suo ultimo progetto e si muoverà su un palco che, tra segnaletica e marciapiedi, simboleggerà la strada battuta finora e la velocità da abbandonare almeno per il tempo del live. Capace di sollevare il velo sulla verità e contemporaneamente di sorprendere con la potenza dell’autoironia, Tananai è la conferma della lungimiranza del nonno che, fin da quando era piccolo, si apostrofava a lui con il termine lombardo destinato a essere scandito da masse di fan.
Quella «piccola peste», ora, dimostra che le irregolarità possono essere costellazioni.

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