Tony Effe incendierà la sua Roma: "Sarà bellissimo". Il concerto al Palazzo dello Sport
Poteva essere un fuoco di paglia, un fenomeno passeggero. Tony Effe, invece, è piombato sul mercato discografico per restare e stasera, con la complicità di un Palazzo dello Sport pieno fino al limite concesso, rivendicherà il suo ruolo nella scena della trap. Da «pischelletto», etichetta che si è sempre attribuito con orgoglio, ha iniziato a rappare per ammazzare la noia insieme ai compagni d’avventura Wayne Santana, Pyrex e Side Baby. Il risultato? La «Dark Polo Gang», un gruppo che, a colpi di rime crude e beat da casa dritta, ha sfidato i puristi, i conformisti e incendiato folle di adolescenti. Oggi, a distanza di dieci anni e con una carriera da solista forte di numeri da capogiro, Nicolò Rapisarda (questo il suo vero nome) è cresciuto ed è pronto a dimostrarlo.
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Una scenografia d’impatto farà da cornice a un live esplosivo e lui, il modaiolo di Rione Monti, darà voce alle tracce che hanno scandito la sua ascesa. L’atteso Icon Tour, che è stato costruito sull’album Icon ma che attraversa l’intera carriera dell’artista e coinvolge special guest del mondo urban, fa tappa nella sua Roma. «Mi emoziona suonare nella mia città, sarà bellissimo», confessa. Qualcuno lo ha conosciuto solo recentemente per le barre velenose e pungenti che ha scagliato contro Fedez. Qualcun altro ha fatto i conti con il fattore Tony Effe grazie a «Sesso e Samba», il tormentone cantato con Gaia Gozzi che quest’estate ha fatto ancheggiare anche i più ingessati. Nicolò, però, è sempre stato attratto dai riflettori tanto che deve il suo nome d’arte al personaggio interpretato da bambino in una mini-serie Rai e che, a soli quattro anni, è stato selezionato da Carlo Verdone per un piccolo ruolo in «Viaggi di nozze».
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«Icon è un pezzo di me, un progetto che mi rappresenta al 100%. Vedere il successo che ha raggiunto è una grande soddisfazione.
È il risultato di tante notti in studio e di lavoro insieme a colleghi e amici», racconta il trapper, che nel disco ha inserito canzoni che hanno già scalato vette e ottenuto certificazioni a biffezze come «Miu Miu» e «Boss». Movimento e istinto. Voce sporca e sguardo penetrante. Il 33enne, che non mitiga l’accento capitolino neanche un po’, è stato in grado di generare una specie di ipnosi collettiva ed è diventato il re Mida della musica contemporanea. Se tocca un pezzo, diventa oro. Anzi, platino. Come i dischi che colleziona.