Tv, ascolti ko: a sinistra è grande flop delle icone televisive
Avevamo lasciato Nanni Moretti a Venezia, a deplorare la «pessima nuova legge sul cinema» del governo Meloni mentre riceveva il premio per il miglior restauro del suo Ecce Bombo. Film del quale è nota la battuta: «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?». E martedì sera i fan di Moretti devono aver optato per la seconda soluzione, visto il flop televisivo del suo ultimo film Il Sol dell’avvenire. In prima visione su Rai3, ha raccattato un magro 2.3%, battuto anche da uno sconosciuto film sul canale 20. Una catastrofe, insomma. Lunedì sera, sempre su Rai3, chiudeva invece Insider–Faccia a faccia con il crimine di Roberto Saviano, che per un anno intero ha protestato per la sospensione del programma dovuta alla «occupazione militare della Rai da parte dell'estrema destra» e altre amenità. Ebbene, dopo l’esordio non eclatante al 5.2%, gli altri tre appuntamenti hanno totalizzato il 4.3%, il 3.7% e il 3.4%. Un calo progressivo che ha visto l'ultima puntata distanziare di un solo punto Hercai – Amore e Vendetta, una serie turca di Real Time. C'è altro da aggiungere?
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Nel frattempo si consuma la questione di Amadeus e del suo nuovo programma Chissà chi è sul Nove. Diatriba ora ridotta a semplice caso televisivo dopo essere stata per mesi un affare di Stato, con la Sinistra schierata contro la Rai meloniana per essersi lasciata scappare «Ama», mettendo al suo posto ad Affari Tuoi Stefano De Martino, tacciato di amicizia con Arianna, notizia smentita dagli interessati. «Chissà che disastro farà De Martino» gridavano sui social gli indignati con dovizia di punti esclamativi seguiti da #TeleMeloni, #fascismo, #vergogna e tutto il repertorio di cancelletti. Ebbene, dopo un non entusiasmante 5.2% domenica sera, Amadeus è crollato lunedì e martedì al 3.6%, battuto in percentuale anche da Casa a prima vista su Real Time (3.7). Mentre De Martino su Rai1 volava al 25.5%, per nulla scalfito dalla concorrenza di Chissà chi è.
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Ma il dato vero è che la settimana prima sul Nove, nella stessa fascia oraria, Paolo Conticini con il ben meno strombazzato ed esponenzialmente meno costoso Cash & Trash – Chi offre di più totalizzava il 4.2%. Sempre martedì sera, da Lilli Gruber a 8 e 1/2, la storica Michela Ponzani definiva «sanguinario» Giuseppe Prezzolini, criticando Giorgia Meloni per averlo citato nel ricevere il Global Citizen Award 2024 da Elon Musk. Ospite anch’egli della puntata, Marco Travaglio ha smentito categoricamente che Prezzolini fosse un sanguinario, sottolineando come «in questo momento le principali minacce per la democrazia vengano da quelli che riteniamo i fari della democrazia», citando Emmanuel Macron, Dick Cheney e figlia e battibeccando con una piccata Gruber. Ci permettiamo di ricordare altresì che nel 1982 Giuseppe Prezzolini fu insignito della Penna d'Oro da Sandro Pertini, «presidente partigiano» e baluardo dell’antifascismo, chiamato in causa solo quando fa comodo agli intellettuali di Sinistra. Che, a giudicare dalla carrellata di fiaschi elencata sopra, parafrasando Ferie d'agosto di Paolo Virzì, «non ce stanno più a capì un c...., ma da mo'!».
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