Venezia, trionfa Almodóvar. Leone d'argento a "Vermiglio" di Delpero
Pedro Almodóvar ha vinto il Leone d’oro con «The Room Next Door», il suo primo film in lingua inglese con Tilda Swinton e Julianne Moore. Il regista spagnolo ha conquistato la giuria presieduta da Isabelle Huppert con una storia di vita, morte e eutanasia. Leone d’argento Gran premio della giuria a «Vermiglio» dell’italiana Maura Delpero. Miglior regia a «The Brutalist» di Brady Corbet. Coppa Volpi a Nicole Kidman e Vincent Lindon, rispettivamente protagonisti di «Babygirl» di Halina Reijn e «JouerAvec Le Feu» di Delphine e Muriel Coulin. Premiato come Miglior attore anche il giovane Francesco Gheghi di «Familia» di Francesco Costabile, presentato nella sezione Orizzonti. «La protagonista del mio film è una donna agonizzante, alla fine dei suoi giorni, in un modo agonizzante - ha detto Almodóvar sul palco della Sala Grande, accolto con grande calore dal pubblico - Ogni essere umano dovrebbe avere il diritto di decidere della propria vita e della propria morte».
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Emozionata Delpero ha ricordato il suo film nato da un sogno, dopo la morte del padre, e ambientato proprio nel paese della Val di Sole, in Trentino, dove il genitore era nato e cresciuto con la sua numerosa famiglia durante la guerra. «Questo film è stato fatto con il sostegno pubblico, senza di esso avrebbe tradito se stesso. Difendiamo il dialogo tra chi fa cinema indipendente e le istituzioni- ha detto la regista - Porto questo Leone a mia figlia che ha avuto pazienza con una mamma regista e un papà attore. Auguro che la società non lasci da sole le donne». Assente dalla cerimonia Kidman, che appena arrivata al Lido ha saputo della morte della madre ed è andata via. Nei panni di un coraggioso padre di un naziskin, Lindon, ritirando la Coppa Volpi, ha invece tenuto un lungo discorso, inframezzato dai baci a tutti i membri della giuria (tra cui l’italiano Giuseppe Tornatore): «Sin da quando sono piccolo sono convinto che con le lingue francese, inglese e italiana, le parole non bastano se si è emozionati. Questo premio mi cambia la vita, l'ho sognato». Anche Corbet si è preso il suo tempo, durante la cerimonia di premiazione condotta da Sveva Alviti, per ringraziare chi ha preso parte a "The Brutalist", epopea post-bellica di quasi quattro ore con protagonista Adrian Brody.
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Il premio speciale della giuria è andato a «April» della georgiana Dea K'ulumbegashvili, storia della crisi etica di una ginecologa che pratica aborti legali. A vincere la Miglior sceneggiatura Murilo Hauser e Heitor Lorega di «Ainda Estou Aqui» diretto da Walter Salles. Paul Kircher di «Leurs enfants après eux» di Ludovic Boukherma e Zoran Boukherma ha conquistato il Premio Marcello Mastroianni al giovane artista emergente. In lacrime il talentuoso Gheghi ha condiviso il premio con gli attori della sua generazione, ringraziato chi gli è vicino e Luigi Celeste per aver «avuto il coraggio di condividere la sua storia e il suo dolore».
Sul palco è salito anche Nanni Moretti, premiato per il Miglior restauro del suo «Ecce Bombo». «Questo premio è sproporzionato e inaspettato. Ma mi fa capire che dopo tanto tempo questo vecchio film riesce ancora a parlare al giovane pubblico di oggi. Questo mi fa felice». Poi con il neo-ministro della Cultura, Alessandro Giuli, presente in sala, ha aggiunto: «Ai colleghi, dico che dovremmo essere più reattivi nei confronti della nuova e pessima Legge cinema». «Difendiamo il nostro vivere sociale, il cinema, i teatri, le librerie», ha chiosato il presidente de La Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, congedando il pubblico da un'81esima edizione che ha visto un aumento del 12% in più di biglietti e abbonamenti.