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Tv, Temptation Island fa il boom e slitta il programma di Angela. La sinistra dà la colpa al governo

Marco Zonetti
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Mentre nel mondo si dibatteva del discorso di Benjamin Netanyahu al Congresso americano o delle guerre in Ucraina e a Gaza, in Italia l’opinione pubblica si divideva su un argomento ben più epocale: lo spostamento delle ultime tre puntate del programma di Alberto Angela. La cancellazione della puntata di Noos - L’avventura della conoscenza prevista per la prima serata di ieri, 25 luglio, su Rai1 ha sollevato un putiferio sui social, con la Rai – o nel gergo «TeleMeloni» – crocifissa per aver sacrificato un programma di cultura perché triplicato negli ascolti da Temptation Island. Le voci di eliminazione del programma tout court sono state presto smentite sui social dallo stesso Angela, annunciando che le ultime tre puntate di Noos sarebbero andate in onda il 22 e 9 agosto e il 5 settembre. Quindi la stessa Rai ha precisato che la decisione era stata presa «in accordo con il conduttore e al di là di ogni fantasiosa ricostruzione della vicenda, per tutelare e valorizzare al meglio un prodotto di eccellenza fiore all’occhiello del servizio pubblico». Che tradotto significa: anziché trasmettere Noos in piena estate e contro la corazzata di Temptation Island – una delle tante creature della regina degli ascolti Maria De Filippi – meglio spostarlo in data più consona a un ascolto più ampio.

 

 

In soldoni, il presunto sgarbo della Rai al programma di Alberto Angela è in realtà un gesto di tutela del prodotto e del suo stesso ideatore e conduttore. Non per la sinistra, tuttavia. E in particolar modo per Avs che, attraverso il suo capogruppo in Vigilanza Rai Peppe De Cristofaro, ha tuonato: «Il programma scientifico-culturale di Alberto Angela viene spostato a fine agosto per la concorrenza di Temptation Island su Canale5. Per la Rai a trazione fratelli e sorelle d’Italia sono tempi bui». E ancora: «Da TeleMeloni a TelePierSilvioMeloni il passo è breve».

 

 

Come se i documentari naturalistici di Angela sul facocero delle savane attirassero lo stesso pubblico de «L’isola della tentazione» (che macina il 30% di share ogni settimana triplicando Noos) e quindi la Rai avesse deciso di sospenderli per agevolare in ultima analisi Canale 5 e Mediaset. Una sorta di patto di non belligeranza, secondo la sinistra, tra la Rai meloniana e la tv commerciale di Pier Silvio Berlusconi, ai danni dei cacatua australiani e dei baobab del Madagascar. Ricostruzioni politiche - e televisive - più che mai fantasiose che fanno venire in mente la battuta di Ennio Fantastichini nel film Ferie d’Agosto rivolta all’intellettuale di sinistra Silvio Orlando: «La verità è che non ce state più a capì un ca..., ma da mo’!».

 

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