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La7, stagione d'oro: L'Aria che Tira e Tagadà trainano gli ascolti

Marco Zonetti
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La campagna per le Europee, l’esito elettorale, il G7 e, ovviamente, l’osservatorio sulle guerre in Ucraina e in Medio Oriente sono stati gli argomenti più discussi nei programmi del day time di La7, in particolar modo a L’Aria che tira condotto da David Parenzo e a Tagadà capitanato da Tiziana Panella. Argomenti che hanno garantito ottimi riscontri di pubblico alle due trasmissioni che chiudono in crescita una fortunata stagione televisiva. In aumento anche gli ascolti di C’era una volta il Novecento, programma condotto da Alessio Orsingher e Luca Sappino, che approfondiscono dopo Tagadà temi del secolo scorso che presentano molteplici attinenze con il presente. Ma oltre alle tre trasmissioni del day time, tutta La7 – diretta da Andrea Salerno- è stata protagonista di una stagione d’oro vantando numerosi record di ascolti; pensiamo agli exploit del TgLa7 di Mentana con l’intervista a Meloni; di Otto e mezzo di Lilli Gruber; di diMartedì con Giovanni Floris; di Piazza Pulita presieduta da Corrado Formigli.

 

 

La rete è spesso salita sul podio delle più viste in prima serata dopo Rai1 e Canale5, e ha perfino storicamente battuto le due ammiraglie Rai e Mediaset con la «maratona Mentana» sulle ultime Europee. A tutto vantaggio del canale di Urbano Cairo e della sua strategia di ottimizzazione. I tanti esponenti politici che popolano le trasmissioni di La7 non sono contrattualizzati, il che ridimensiona esponenzialmente le spese di produzione dei vari talk. E la scelta di investire sull’approfondimento h24 anziché sui ben più dispendiosi varietà – l’unico show è il programma satirico Propaganda Live realizzato anch’esso senza scialare – si è rivelata una fortunata eterogenesi dei fini. A completare la ricetta del successo di La7, un ventaglio di valenti conduttori e di ospiti in grado di mantenere sempre desto l’interesse dei telespettatori. E i numeri lusinghieri parlano chiaro.

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